Finora Carlo Conti si è divertito, ascoltando i gossip che in questi primi mesi sono usciti su Sanremo 2026 e sperando che, prima di febbraio, ne arrivino molti altri.
Il direttore è stato chiarissimo a riguardo: i pettegolezzi sono la “panna montata” che rende Sanremo accattivante e se, alla sua settantaseiesima edizione, il festival è ancora in grado di generare “scoop”, indiscrezioni e discussioni, vuol dire che è ancora vivo.
In questi ultimi giorni, però, sta circolando un altro tipo di gossip, quelli che ogni direttore artistico in fondo teme: il flop degli ascolti. Conti si era già trovato costretto a gestire critiche simili, dal momento che in pochi credevano che sarebbe riuscito ad eguagliare i risultati fatti da Amadeus gli anni prima.
Conti aveva smentito le voci con i fatti, aggiudicandosi un Sanremo da record. Per l’edizione 2026, però, non tutti sono sicuri che riuscirà a farcela di nuovo.
Sanremo 2026 sarà un flop?
L’annuncio dei 30 big in gara ha generato non poche perplessità. Il parere di molti, sia leggendo le critiche degli addetti ai lavori che i commenti sui social, è che il cast di Sanremo sia troppo debole e che il pubblico non si appassionerà alla gara.
Conti ha già più volte toccato il tema, facendo l’esempio di Lucio Corsi che, prima del festival, era sicuramente poco conosciuto ed ora è un artista mainstream.
Ora ha ribadito il concetto in un’intervista ad Askanews. “È una cosa che proprio non mi riguarda e non mi interessa” — ha detto perentorio Carlo Conti in merito allo share — “A me interessa che le canzoni possano diventare di tutti, ascoltate in radio e magari che qualcuno possa anche restare nel tempo. È il festival della canzone italiana, non degli ascolti”.