Cucina

La musica può cambiare la percezione di un piatto?

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Pubblicato il 20/07/2015
Di Team Digital
La musica pu cambiare la percezione di un piatto

Può essere troppo presto, ma come direbbero i sondaggisti la tendenza è tracciata. RDS in questi primi mesi di Expo ha incontrato numerosi chef, alcuni di questi nel firmamento delle stelle. E la tendenza sembra essere costante: musica Rock quando si accendono i fornelli, ma in sala meglio Mario Biondi o Michael Bublè.


In fase di assestamento della cucina, in quelle ore di quiete prima della tempesta, la radio è la compagnia che scandisce il tempo prima di entrare nel clou della preparazione dei piatti. Poi entra il direttore d’orchestra, ma il concerto è muto senza base musicale, la radio viene spenta, e si devono sentire, solamente gli ordini, i “sì chef ” di conferma,  il crepitio dei fuochi, oltre alla danza delle stoviglie. E in sala, beh il personale può volteggiare accompagnato da playlist molto soffuse, di ambiente, gradevoli all’ascolto.


RDS 100% Grandi successi  ha avviato un percorso di conoscenza che arriverà a determinare su valori scientifici il reale apporto che un brano musicale può dare alla percezione gustativa di un piatto. Ma la rivoluzione non si fermerà qui, gli chef acclamati dal pubblico e osannati dall’audiance vorranno poter  legiferare, come qualcuno già ammonisce, e punteranno alle stanze del potere. A Roma non per le stelle, ma per un Ministero, e chissà che la cucina italiana non impari a fare sistema contro le contaminazioni provenienti dall’estero, specialmente dalla penisola iberica.


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