Per gli amanti della fantascienza, questa foto può avere un significato particolare. Perché a torto o ragione, c’è qualcosa in questa foto, che è capace di stuzzicare il ricordo degli appassionati del genere fantascientifico, con un film piuttosto evocativo, come Mission to Mars, pellicola girata da Brian De Palma e uscita nei cinema di tutto il mondo nel 2000, con Gary Sinise e Tim Robbins. No, non trovarono una porta, ma una fessura che divenne per l’appunto una porta.
Nel caso specifico, la fotografia scattata dal rover Curiosity lo scorso 7 maggio, in prossimità del monte Sharp è quanto meno suggestiva. Nella fotografia appare quella che sembra essere una porta ben definita, ma ad una più attenta osservazione (e grazie allo zoom), si evince che si tratti di una fessura molto piccola e stimata 30 per 45 centimetri.
Di cosa si tratta allora? Un portavoce del Jet propulsion laboratory della Nasa, ha commentato così la foto che ha stuzzicato la fantasia di tutti gli amanti del genere fantascientifico, che in quella porta vedevamo la mano di una civiltà aliena. Il commento è stato direttamente inviato a nopes.com, sito specializzato nel fact-checking.
È uno scatto molto, molto, molto zoomato di una piccola fessura in una roccia. Ci sono fratture lineari in tutto questo affioramento, e questo è un luogo in cui se ne intersecano diverse.
Ha detto la sua anche Ashwin Vasavada al sito Gizmodo: Vasavada è invece uno scienziato del progetto nel Mars Science Laboratory.
È solo lo spazio tra due fratture in una roccia. Abbiamo attraversato un’area che si è formata da antiche dune di sabbia. Le fratture che vediamo in quest’area sono di solito verticali. Penso che [la porta] sia dovuta a due fratture verticali, con il pezzo centrale che è scomparso; oppure a un’unica frattura verticale in cui nel tempo i blocchi si sono allontanati.
Immagine di copertina: mars.nasa.gov
