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Bambotto: sul cervo ucciso a Belluno interviene la fidanzata del cacciatore e la controversia continua

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Pubblicato il 24/10/2023
Di Team Digital
Bambotto sul cervo ucciso a Belluno interviene la fidanzata del cacciatore e la controversia continua


In questi giorni sui social è nato un acceso dibattito a seguito dell’uccisione di un cervo da parte di un cacciatore. Il cervo in questione era Bambotto, così lo avevano affettuosamente soprannominato gli abitanti di un paese nel bellunese, ed era conosciuto e amato da tutti e non aveva alcuna paura dell’essere umano. Si fidava al punto di recarsi nelle case per prendere dalle mani delle persone del cibo.


Un cacciatore però ha ucciso Bambotto e sui social è iniziata una gogna pubblica nei suoi confronti e in generale sono iniziati diversi dibattiti sul tema della caccia in generale. In primis è intervenuta Donatella Zemboli, un’abitante di Pecol che ha denunciato il fatto con parole di rabbia e sconforto, poi anche Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD in Veneto che ha condannato il gesto.


Bambotto ucciso: interviene la fidanzata del cacciatore


Il cacciatore che ha ucciso l’animale è un giovane di 23 anni che avrebbe agito a seguito di una segnalazione che parlava di “atteggiamenti aggressivi del cervo”. La fidanzata del giovane, che nel mentre ha cancellato tutti i suoi account social, è intervenuta dichiarando: “Ha sbagliato ma non è un criminale”.


Sulla presunta aggressività del cervo è tornata a parlare anche Zemboli che ha scritto in un post Facebook: “È un’autentica menzogna perché nulla di tutto quello che è stato detto per giustificarsi è vero. Quel ragazzo è il vero aggressivo della vicenda, ha compiuto un atto vile e schifoso, ha privato tutta la comunità di una meraviglia che non aveva mai dato alcun problema a nessuno. Il mio telefono squilla in continuazione, quello che vorrei dire è che io non voglio che venga abolita la caccia, ma che questa uccisione è stato un atto inaccettabile, che ha reso triste tutto il paese. Perché Bambotto entrava nelle case, cercava cibo, era amato dai bambini e non ha fatto mai male a una mosca”.


Ora è arrivata anche la risposta del padre del giovane che condanna fermamente la gogna mediatica: “È ora di finirla. Vorrei sapere quanti di quelli che scrivono cattiverie non hanno fatto errori da giovani magari anche più gravi. Ma adesso si ergono a paladini della giustizia e augurano morte e dolore e pretendono vendetta! Parlano di karma senza sapere neanche cosa sia e intanto ricordate che il karma, se esiste, c’è anche per voi che augurate il male! E se dovete sfogare le vostre frustrazioni da leoni da tastiera sfogatevi con veri delinquenti e assassini. Senza contare che non ha fatto nulla di illegale, sbagliato sì ma non illegale. Eppure viene giudicato e linciato pubblicamente! Lui si è sicuramente pentito … pentitevi anche voi leoni da tastiera che siete molto più malvagi di questo giovane!”.


Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha detto la sua sulla vicenda condannando la caccia: “È semplicemente disgustoso quello che è successo e succede continuamente nei nostri boschi durante la stagione di caccia. Un cacciatore senza cuore di 23 anni lo ha ammazzato per divertimento, protetto dalla legge che permette l’attività venatoria. Quanto coraggio ci vuole ad uccidere una creatura che ti mangia dalle mani e dorme sullo zerbino di casa? Noi cittadini che amiamo gli animali tutti, siamo profondamente indignati e non possiamo più tollerare fatti come questi. Bambotto, a rigore, non era neanche selvatico, per gli abitanti di Pecol era un amico. Bella forza, bel coraggio uccidere un animale così”.


Intanto la discussione continua e questo singolo episodio pare stia alzando i riflettori sulla bontà o meno della caccia nel nostro Paese.


Foto: Facebook.


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