Social media e personalità. Non è la prima volta che viene esaminato questo tipo di correlazione, soprattutto da quando i social media sono diventati alla portata di tutti.
Facebok, Snapchat, Twitter e gli stessi sms incidono sulla personalità di un individuo.
Studi precedenti ipotizzano che la sempre più diffusa tendenza ad utilizzare e comunicare attraverso l’uso dei social influenzi negativamente l’individuo nei confronti della collettività.
Proprio lo scrittore Nicholas G. Carr con un saggio sull’argomento, candidato al Pulitzer, intitolato “The Shallows” ha voluto discutere l’ipotesi secondo la quale “il web sta cambiando la maniera nella quale pensiamo, leggiamo e ricordiamo“.
La velocità dei nuovi mezzi di comunicazione, supera quella delle relazioni reali interpersonali a svantaggio della capacità di trovare il giusto tempo per riflettere. Non solo, chi utilizza più frequentemente i social indirizza la propria attenzione verso l’edonismo e il piacere personale piuttosto che verso quello morale e collettivo.
Il risultato è stato nuovamente confermato da uno studio più recente, effettuato da ricercatori del Department of Psychology, University of Windsor, in Canada, comprovando l’ipotesi ed i precedenti studi. Il legame tra social media e personalità, lo scambio continuo e veloce di sms e tweet alimenta il piacere effimero dell’apparenza, promuovendo un comportamento cognitivo e morale più “superficiale”.
Secondo gli psicologi, utilizzare Facebook, Snapchat e simili renderebbe le persone “cognitivamente e moralmente superficiali“, a causa della brevità delle informazioni scambiate e della velocità con cui avviene l’approccio con il resto della collettività, che non lascia spazio al tempo della riflessione. Inoltre contribuisce a rendere l’individuo più attratta dall’immagine e dall’apparenza del sé, piuttosto che a dare importanza agli obiettivi morali degli utenti.
Utilizzare per troppo tempo la comunicazione veloce offerta da internet, abitua il pensiero ad essere analogamente breve e rapido, di conseguenza più superficiale e deconcentrato, spegnendo i circuiti cerebrali del pensiero profondo e contemplativo.