Secondo uno studio commissionato da Stuart Wilson, portavoce dell’operatore di telefonia Talkmobile, i felici possessori di uno smartphone sanno utilizzare solo il 30% del proprio compagno tecnologico. Una tecnologia all’avanguardia e che ogni anno porta in dote nuove e continue migliorie. Eppure, di contanto sviluppo, pare che le persone non sappiano neppure che farsene. Di media, una persona userebbe soltanto un terzo delle applicazioni installate (oltre che delle funzioni disponibili) e tutto questo indipendentemente dalla fascia d’acquisto. Si è anche disposti a spendere cifre esorbitanti e non sfruttare i vantaggi di un modello top di gamma. A giustificare però i consumatori, è un altro dato: ovvero, il fatto che i due terzi dei possessori di smartphone non conoscono realmente tutte le caratteristiche del proprio ‘telefono’.
Va da sé che mentre un 67% degli intervistati ritiene che queste caratteristiche non siano effettivamente rilevanti nell’uso quotidiano, c’è un buon 30% degli intervistati che ammette che sì, in fondo queste caratteristiche neppure le ha capite.
In definitiva, ciò che emerge è che il consumatore è disposto a pagare funzioni e implementazioni che alla fine non userà mai o che – per farla breve – sono meno indispensabili di quanto sembri. Qualche esempio?
-Il pagamento con impronta digitale
-La bussola
-Il mercato azionario
-Il riconoscimento vocale
-Il fotoritocco nativo del telefono
-La dettatura vocale
-Le videochiamate