“Tocca ferro che scacci la fortuna”!
Quante volte da bambini ci siamo sentiti dire questa frase. Cosa si nasconde dietro ad uno dei gesti più scaramantici che conosciamo?
Questo uso è vecchio di secoli e comune a molti paesi, specie nell’area mediterranea.
La tradizione più nota lega questo modo di dire all’episodio di un santo inglese, Dunstano, al quale il diavolo chiese di ferrare il cavallo. Si racconta che il santo maniscalco, invece di ferrare il cavallo, inchiodò il ferro agli zoccoli del diavolo. Ovviamente il diavolo chiedeva di essere liberato e il santo lo liberò dopo aver promesso di non entrare nelle case in cui fosse stato esposto il ferro di cavallo. E’ chiaro che a “tocca ferro” si tocca qualsiasi tipo di ferro, anche un tubo, ma il ferro di cavallo è quello più fortunato, perché il cerchio ha una valenza magica.
Altri possibili legami sono il legame tra il ferro e le armi da difesa e il ferro come “scaccia temporali”. Insomma il ferro alla fine è considerato “utile” per diversi motivi e quindi “fortunato” per altrettanti motivi.
Nei Paesi nordici si usa, invece, toccare il legno, per la sacralità degli spiriti presenti negli alberi.