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Nasce il primissimo sindacato degli influencer: ecco di che cosa si tratta

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Pubblicato il 24/10/2022
Di Team Digital
Nasce il primissimo sindacato degli influencer ecco di che cosa si tratta


Avrai sicuramente sentito parlare di persone come Khaby Lame, Charlie d’Amelio, Chiara Ferragni o altri/e, ovvero conoscerai il termine influencer. Che sia un lavoro o meno è un dibattito che si tiene molto spesso, viste anche soltanto le cifre che queste persone guadagnano non c’è più alcun dubbio che lo sia e che per molti/e sia decisamente fruttuoso.


Come per tutti i lavori però c’è bisogno di regolamentazione, utile sia per i lavoratori o le lavoratrici che per i clienti, nel caso degli influencer quelli che si contraddistinguono come follower o comunque utenti iscritti ad un social media.


Un sindacato per gli influencer


Al fine di tutelare i diritti di coloro che creano contenuti e di chi ne usufruisce, Jacopo Ierussi, docente universitario e avvocato giuslavorista, insieme a Valentina Salonia avvocata presso lo studio legale Salonia e Associati, hanno fondato Assoinfluencer, il primo sindacato nel suo genere.


“L’aspirazione è di fare qualcosa di diverso in un Paese ogni tanto un po’ statico. Bisogna fare controcultura: creare contenuti online non è un hobby. Ci sono sempre dei chiaroscuri nelle professioni emergenti e questi ragazzi vengono spesso avvicinati da venditori di fumo e truffatori di vario genere”. Come spiega Ierussi, questo è il motivo principale per cui è nato il sindacato.


“Il progetto è partito nel 2018 da un’iniziativa di carattere accademico. Insieme alla collega Salonia ci siamo resi subito conto che i creator sentivano l’esigenza di un’associazione di categoria che li difendesse sul piano legale. L’inserimento nell’elenco delle Associazioni Professionali del ministero dello Sviluppo Economico, che ci permette per esempio di rilasciare attestati professionali di legge, importanti a livello curriculare per i lavoratori”, spiega l’avvocato.


Il prossimo punto fondamentale sarà ottenere un codice Ateco di riferimento univoco e non frammentato come lo è ad oggi, è necessario per “ricevere gli ammortizzatori sociali in situazioni di emergenza, come la pandemia che abbiamo appena vissuto”, ma anche per pagare le tasse aggiunge l’avvocato.


Soprattutto per dei ragazzi e delle ragazze giovani, è facile cadere in errore o in tentazione”, aggiunge, facendo riferimento ai casi di evasione fiscale.


Un sindacato come questo sarebbe un aiuto per creators così come per coloro che usufruiscono di tali contenuti sui social media.


Foto: Jenny Ueberberg Unsplash


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