La musica del futuro avrà titoli sempre più corti. Lo dice Priceonomics.com con uno studio che ha indagato i legami tra brevità del titolo e successo del brano sfruttando la classifica Hot 100 del mensile americano Billboard. Lo studio riportato su rockit ci spiega cosa hanno in comune “Hello” di Adele e “Work” di Rihanna.
Analizzando le canzoni delle prime 100 posizioni degli ultimi cinquant’anni si è scoperto decennio dopo decennio che le hit con una sola parola nel titolo sono diventate più numerose e si posizionano sempre nella parte alta della classifica.
Fino agli anni ’90, evidenzia la ricerca, il numero medio di parole nei titoli andava tra i 3.76 ed i 3.64. Dal 2000 la media ha iniziato a scendere e si è fermata intorno ai 2.72. Secondo il data analyst Chris Molanphy la spiegazione è semplice: nella vastità dell’offerta musicale per essere ricordata facilmente, una canzone deve avere titolo breve e ripetuto più volte nel testo.
Molanphy infatti afferma: “Ci stiamo progressivamente allontanando dai giorni in cui un titolo bizzarro non aveva niente a che fare col testo della canzone”.
Per accreditare questa tesi Molanphy mette in paragone la tracklist di “Purpose” di Justin Bieber, con una media di 2.3 parole per titolo, con quella di “Meet the Beatles” dei Beatles(3.75).
Per completare lo studio Molanphy prepara una classifica di 40 artisti ordinati in base alla lunghezza dei titoli. Ai primi posti troviamo Drake, Justin Bieber e Taylor Swift.
