Se è vero che, come dice il “saggio” le bugie hanno le gambe corte, adesso è vera anche un’altra cosa: dire bugie crea dipendenza. Una tira l’altra: basta una piccola “trasgressione” all’onestà ed il gioco è innescato. Lo rivela uno studio effettuato dai ricercatori dell’University College di Londra per cui dire il falso creerebbe una sorta di vera e propria reazione a catena.
Il cervello si adatta alle bugie: la sindrome da Pinocchio
Ciò è dovuto all’azione dell’amigdala, una delle aree del cervello legata alle reazioni emotive.
Mentire per la prima volta provoca sicuramente un senso di disagio, ma appena viene superato si è pronti a ripetere il meccanisco: l’amigdala infatti tenderà ad attivarsi sempre meno. “Il cervello mostra una sorta di adattamento. Si innesca un meccanismo biologico che agisce come un piano inclinato. Quel che inizia come una piccola azione disonesta può subire una escalation fino a diventare trasgressione grave“. Come riporta Repubblica, lo studio dei neuroscienziati guidati da Dan Ariely e Tali Sharot pubblicato Nature Neuroscience arriva alla conclusione che la nostra è una “società disonesta“. Una sindrome da Pinocchio diffusa e di cui non riusciamo a liberarci.
Lo studio
Per la ricerca è stato utilizzato lo strumento d’eccezione, il punto debole dell’essere umano: il denaro. Ad un campione di 80 persone è stato chiesto di stimare le monete (penny) contenute in un barattolo di vetro. Avrebbero potuto anche dire una piccola bugia e questa li avrebbe in ogni caso fatto guadagnare qualche penny. Così se nella prima tranche del “gioco” sono state guadagnate in media 4 sterline, nella seconda il guadagno è raddoppiato.
“Non c’è da stupirsi. Quando la disonestà è diffusa, i nostri standard morali si abbassano. Un’altra ricerca l’anno scorso dimostrava che nelle nazioni dove la corruzione è più diffusa anche i singoli individui si comportano in maniera meno onesta” afferma Salvatore Maria Aglioti, neurologo dell’Università Sapienza di Roma. “È proprio vero che l’occasione fa l’uomo ladro. Messo nelle condizioni opportune, il 90% dei volontari ha fatto ricorso a piccole disonestà per ottenere un guadagno. Per vincere il disagio emotivo si fa ricorso ai cosiddetti “disimpegni morali”. I più diffusi: così fan tutti, di quel denaro avevo più bisogno io, anche lui è stato scorretto con me. Di questo passo, si può arrivare alla giustificazione dei peggiori crimini, inclusi quelli razziali“.
Fonte: Repubblica, Nature Neuroscience