Forse ti è capitato di vedere i mondiali di nuoto a Budapest e di domandarti come mai i nuotatori e le nuotatrici presentavano delle strane macchie bluastre sulla pelle.
Niente paura, non c’è nulla di pericoloso, si tratta infatti di una tecnica particolare dalle origini antiche.
Le macchie blu dei nuotatori: ecco cosa sono
Le avevamo viste nel 2016 ai mondiali di Rio, già allora ci si chiedeva cosa fossero questi cerchi perfetti sulla pelle degli atleti e delle atlete.
Allora parte della risposta l’aveva data il campione statunitense Michael Phelps così:
“Ho chiesto ieri di fare un po’ di cupping perché mi sentivo un po’ dolorante. Il mio allenatore deve averlo fatto un po’ forte, e mi ha lasciato qualche livido”.
Si tratta del cupping ed è una tecnica cinese di origini antichissime e serve appunto ad aiutare le persone che hanno dolori muscolari o problemi con la circolazione sanguigna.
Anche Nicolò Martinenghi, oro nella 4×1000 mista e nei 100 rana – come leggiamo su Il Giornale – ha detto:
“Detto in parole non scientifiche staccano la pelle in superficie e riattivano la circolazione. Io mi trovo molto bene, l’ho sempre fatto”.
In particolare il metodo consiste nell’applicare delle cupole calde sulla pelle che, grazie ad un effetto sottovuoto stimolano il muscolo e la circolazione. Dove applicate, le cupole calde, lasciano il tipico segno bluastro per qualche giorno.
Ed anche Gregorio Paltrinieri fa uso di questa tecnica “L’ho ripresa, le sto provando tutte”. Aveva detto così in un’intervista prima della finale dei 1500 metri stile libero a Budapest.
Foto: LaPresse
