Le bufale in rete da sempre aleggiano nel web ma alcune di queste sono state talmente prese sul serio da sembrare delle notizie reali.
Sono leggende metropolitane che, nonostante siano state smentite più volte, hanno il gusto di qualcosa che è successo veramente.
Le bufale in rete sono sempre esistite, e ci saranno sempre, l’importante è saperle individuare e riconoscere per non cadere nella loro trappola.
Sono notizie non verificate e facili da impressionare e ricordare, ma non hanno alcun fondamento scientifico.
Alcuni degli eclatanti esempi di bufale (o “fattoidi”) che circolano in rete sono diventate delle vere e proprie credenze popolari.
Bufale in rete
Una tra tutte, la Grande Muraglia Cinese. E’ uso comune dire che è un’opera talmente imponente da vedersi persino dallo spazio. Che sia imponente, lo è di certo, ma non si vede dallo spazio. E’ solo una diceria, la realtà è che questa notizia non è mai stata confermata da esperti in materia. Tutto quello che al massimo si può vedere dallo spazio sono piccolissimi puntini luminosi e cioè le città e le strade illuminate di notte.
Un’altra leggenda dice che Napoleone fosse basso. Altra bufala. Napoleone era alto 1 metro e 69 centimetri che per l’epoca era una buona altezza. Le sue guardie personali erano selezionate in base alla statura, per questo motivo nei quadri sembra sempre il più basso
«Quando c’era Mussolini i treni arrivavano in orario». È un’altra diceria: i ritardi c’erano ma venivano dissimulati, perché la puntualità diventò parte della propaganda fascista.
«Ave Caesar, morituri te salutant» non è la frase pronunciata dai gladiatori prima di combattere. In realtà è stata detta una sola volta nell’antica Roma – secondo gli storici – da un gruppo di criminali che si palesò di fronte all’imperatore Claudio prima dei giochi nei quali avrebbero combattuto fino alla morte. Grazie a questa frase furono risparmiate le loro vite.
Chi non ha mai sentito almeno una volta in vita sua che «Per la scienza il calabrone non può volare, ma non lo sa. Per questo continua a farlo». In realtà non ci sono mai stati dubbi che un calabrone potesse volare. Il dubbio è nato negli anni Trenta, da un errore scritto per mano dell’entomologo Magnan che però si accorse subito dello sbaglio e si corresse. Ma il detto, seppur non veritiero, è resistito fino ad oggi specialmente nel linguaggio popolare.
Il rosso attrae i tori. Non è vero: è scientificamente dimostrato che i tori distinguono solo due colori, il giallo e il blu. La loro reazione al rosso è solo scatenata dal movimento rotatorio del drappo, non di certo dal colore.