Milano – Interventi, anche limitati, sui sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici nei soli 20 capoluoghi di Regione, ridurrebbero le emissioni complessive dell’Italia di una percentuale compresa tra il 10% e il 50% e determinerebbero ricadute positive sulle imprese italiane del settore sino a 1 miliardo di euro di volume d’affari. E’ quanto emerso al quarto Forum Energia, promosso da Engie, l’ex Gdf Suez, con la collaborazione di Anci, Ambrosetti e Politecnico di Milano. Olivier Jacquier, amministratore delegato di Engie Italia:
“Il riscaldamento inquina molto di più della mobilità. Vediamo che il payback di molti interventi, quando si tratta di cambiare la caldaia o installare una pompa di calore, è di sette-nove anni. A livello di cittadino sono troppi, non va a investire se ha un payback simile, ma a livello di Paese questo ha molto senso, perciò se aggiungiamo degli incentivi riducendo il payback a tre o quattro anni tutto questo ha molto senso”.
Di certo un ruolo determinante ce l’hanno i Comuni, come evidenziato da Enzo Bianco, presidente consiglio del nazionale Anci e sindaco di Catania.
“I Comuni sono pronti a fare la propria parte. Per farlo al meglio abbiamo bisogno di conoscere bene i dati, avere una visione, ma anche la possibilità in un sistema efficiente di tradurre in azioni operative i nostri orientamenti. Per fare questo chiediamo al governo di metterci in grado di avere quel patrimonio di professionalità che ci aiutino a varare regolamenti adeguati”.
Non di soli incentivi vive dunque l’efficientamento energetico anche se gli amministratori locali osservano che per alcune fascie della popolazione il credito d’imposta non basta e chiedono di passare strumenti automatici e di più facile acceso.