Purtroppo, tra le notizie di cronaca degli ultimi giorni, c’è anche il caso della piccola Stella, morta nell’auto del padre, lasciata in un parcheggio sotto al sole davanti all’asilo. Com’è possibile che ci si possa dimenticare un figlio in auto, convinti di aver fatto qualcosa che in realtà ci è passato di mente? Anna Pettinelli e Sergio Friscia lo hanno chiesto alla dottoressa Eleonora Iacobelli, psicoterapeuta e Presidente di Eurodap – associazione europea per il disturbo di attacchi di panico, che ci ha spiegato cosa sia la Forgotten Baby Syndrome.
“Ci dimentichiamo un pezzo della nostra vita; banalmente lo proviamo tutti, lo abbiamo provato tutti almeno una volta nella nostra vita, senza essere riduttivi o svalutanti rispetto all’argomento di attualità. Ci succede per esempio quando ci dimentichiamo se abbiamo chiuso l’auto o meno, se abbiamo chiuso casa o spento il gas.”
Sergio ha quindi chiesto a cosa può essere dovuta questa dimenticanza?
“Questi tipi di blackout hanno una funzione conservativa – nei casi in cui ci dimentichiamo di ore o di aver fatto delle cose, non nel caso di dimenticare bambini in auto – ci serve a preservare il nostro cervello dalla possibilità di impazzire perché spesso sono dovute a esperienze molto traumatiche, quindi per evitare di disgregarci a livello psicologico congeliamo questa cosa e facciamo finta di non averla vissuta, ma noi non ne abbiamo consapevolezza.”
Ci sono dei sintomi per presagire e prevenire tragedie come queste?
La dottoressa ha risposto: “I sintomi sono eccessivo stress, mancanza di sonno, fare cose eccessivamente in automatico, sono campanelli d’allarme. Se ci accorgiamo e stiamo vivendo questi momenti di stress, e la nostra quotidianità si è interrotta, prendiamo qualche accortezza (come gli allarmi sui seggiolini che sono ormai obbligatori) e il supporto della famiglia.”
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