Come ogni primavera, Notte prima degli esami torna a risuonare nelle playlist degli studenti italiani in piena ansia da maturità. E proprio a partire da questo suo classico intramontabile, Antonello Venditti si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, tra ricordi personali e uno sguardo piuttosto critico sul panorama musicale contemporaneo.
Antonello Venditti e quei “quattro ragazzi con la chitarra”
L’artista romano ha ripercorso le amicizie e i legami con quei “quattro ragazzi con la chitarra” che hanno segnato un’epoca: Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Rino Gaetano, e in parte anche Lucio Battisti, che però non era incluso nel gruppo perché, come racconta Venditti, “non scriveva le sue canzoni. Era simpatico però, un romanaccio. E lontano dalle dispute ideologiche: non era lui quello di destra, ma Mogol, le braccia tese sono roba sua”.
Il commento di Antonello Venditti su Lucio Corsi, Achille Lauro e la musica di oggi
Ma è sulla musica di oggi che Venditti si fa più tagliente. Nonostante riconosca il talento e il percorso di alcuni artisti come Achille Lauro e Lucio Corsi (che proprio in queste ore si prepara a rappresentare l’Italia all’Eurovision 2025), l’impressione generale è amara: “Il problema di questi è che sono tutti a scadenza. Hanno dentro la morte artistica, vedi i Maneskin“. Parole dure, che lasciano intendere una mancanza di longevità artistica e di radici solide nella musica contemporanea. Per Venditti, il rischio è di perdere il senso profondo di fare musica: “Bisognerebbe inserire la musica nella Costituzione. Per preservarla”.
Infine, parlando di sé e del tempo che passa, il cantautore si mostra disilluso ma sereno: “Il mio ego man mano che invecchio si abbassa. Non voglio mausolei in vita e nemmeno biopic. Mi accontento di cantare ancora”.
Foto: LaPresse.