L’Unione Europea ha recentemente adottato misure decisive per combattere gli sprechi alimentari e l’impatto ambientale del fast fashion. Queste iniziative mirano a promuovere una maggiore sostenibilità e responsabilità lungo l’intera filiera produttiva e di consumo.
Spreco alimentare e fast fashion nel mirino dell’UE: ecco le nuove direttive
Ogni anno, oltre 59 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate nell’UE, comportando una perdita economica stimata di 132 miliardi di euro. Per affrontare questa crisi, l’UE ha stabilito obiettivi vincolanti da raggiungere entro il 2030:
- Settore della lavorazione e produzione alimentare: riduzione del 10% degli sprechi rispetto alla media del triennio precedente.
- Commercio al dettaglio, ristorazione, servizi di catering e famiglie: diminuzione del 30% degli sprechi pro capite rispetto alla media del periodo 2021-2023.
Questi target sono stati concordati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo nel febbraio 2025. Tuttavia, alcuni esperti, come Theresa Mörsen di Zero Waste Europe, sottolineano che tali obiettivi potrebbero non essere sufficienti per raggiungere la promessa di dimezzare gli sprechi alimentari lungo l’intera filiera. Inoltre, le misure attuali non affrontano adeguatamente le perdite in fase di produzione agricola, dove circa l’11% del cibo viene sprecato prima di lasciare le aziende agricole.
Il settore tessile europeo genera annualmente circa 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti, contribuendo significativamente all’inquinamento ambientale. Per contrastare questo fenomeno, l’UE ha introdotto regolamenti che impongono ai produttori di finanziare la raccolta, la selezione e il riciclo dei tessuti attraverso schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR). Queste misure mirano a promuovere la progettazione di prodotti più sostenibili e a ridurre l’impatto ambientale della moda usa e getta.
Inoltre, le nuove direttive richiedono alle aziende di mappare le proprie filiere produttive, valutare i rischi ambientali e sociali e implementare sistemi di monitoraggio integrati nelle loro politiche interne. Questo approccio mira a garantire una maggiore trasparenza e sostenibilità nel settore della moda.
Sfide e prospettive future
Nonostante questi progressi, alcune organizzazioni ambientaliste ritengono che gli obiettivi fissati non siano sufficientemente ambiziosi per affrontare l’entità del problema. La Commissione Europea ha riconosciuto la necessità di ulteriori interventi, in particolare per quanto riguarda le perdite alimentari in fase di produzione agricola e l’impatto ambientale della produzione tessile.
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