Il Conclave: misterioso, solenne e – ammettiamolo – anche un po’ affascinante. Ogni volta che un Papa lascia il Soglio Pontificio (per morte o rinuncia), la Chiesa cattolica si prepara a uno degli eventi più suggestivi del Vaticano: l’elezione del nuovo Pontefice.
Ma come funziona, esattamente, il Conclave? Chi vota? Cosa succede nella Cappella Sistina? E soprattutto… perché dal camino può uscire fumo nero o bianco? Ecco tutto spiegato bene, con qualche curiosità che forse non conoscevi.
Chi può votare e chi può essere eletto?
Solo i Cardinali con meno di 80 anni al momento della morte (o rinuncia) del Papa hanno diritto di voto. Attualmente, secondo i dati ufficiali del Vaticano, sono 136.
Non solo: chiunque di loro potrebbe, almeno teoricamente, diventare il nuovo Papa.
Per essere eletti, servono i due terzi dei voti: con 136 Cardinali, significa almeno 91 preferenze.
Quanti voti si possono fare?
Il Conclave prevede fino a 33 scrutini. Se dopo tutti questi turni nessun Cardinale raggiunge la maggioranza necessaria, si passa a un ballottaggio tra i due più votati nell’ultima tornata. Anche in quel caso, servono comunque i due terzi. I due candidati finali, però, non possono votare.
Il giuramento e l’“Extra omnes”
Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina. Una volta riuniti, i Cardinali prestano giuramento di segretezza assoluta.
Poi entra in scena una figura simbolica: il Maestro delle celebrazioni pontificie. È lui che pronuncia le celebri parole “Extra omnes”, ovvero “fuori tutti”.
Da quel momento in poi, nessun estraneo può restare, e le porte vengono chiuse “cum clave” (da cui il nome “Conclave”).
Come si vota?
Due votazioni al giorno: una al mattino e una al pomeriggio. Ogni Cardinale riceve una scheda con la scritta in latino “Eligo in Summum Pontificem” (“Elego come Sommo Pontefice”), su cui scrive il nome del candidato.
Dopo aver piegato la scheda, la deposita in un’urna sull’altare, pronunciando a voce alta una formula:
“Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto.”
Lo spoglio (e la stufa in ghisa)
Due scrutatori leggono in silenzio le schede, mentre un terzo le annuncia a voce alta.
Poi le schede vengono forate, legate e bruciate in una stufa di ghisa presente nella Cappella Sistina.
È proprio dalla stufa che esce il famoso fumo:
- Nero = nessun Papa eletto
- Bianco = abbiamo un nuovo Papa!
Per ottenere il colore giusto, viene aggiunta una miscela chimica alle schede bruciate.
Le domande finali: accetti? E come vuoi chiamarti?
Se qualcuno raggiunge la soglia dei due terzi, il decano del Conclave (oggi dovrebbe essere il Cardinale Pietro Parolin, se non viene eletto lui stesso) gli si avvicina e chiede:
“Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?”
(Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?)
Se la risposta è sì, segue la seconda domanda:
“Quo nomine vis vocari?”
(Come vuoi essere chiamato?)
Solo a quel punto si bruciano le schede con il colorante bianco, e arriva l’annuncio storico:
“Habemus Papam!”
Foto: LaPresse.