Qual è il segreto per vivere felici? A questa domanda si prova a rispondere da sempre, ma è davvero difficile trovare quella formula magica che renda la nostra vita migliore da un giorno all’altro. Ci sono però alcune strategie e consigli che possono aiutarci a coltivare la felicità e a spiegarli Matthieu Richard l’uomo che è stato definito il “più felice del mondo”.
Chi è Matthieu Richard l’uomo più felice del mondo
Nato a Aix-les-Bains, in Francia nel 1946, Matthieu Richards è un ricercatore francese che all’età di 21 anni ha deciso di diventare monaco buddista e di viaggiare per il mondo, studiare e meditare per cogliere il segreto della felicità. Pare si sia avvicinato molto in quanto alcune analisi hanno dimostrato che il suo cervello produce un livello più alto della media di onde gamma responsabili del benessere cerebrale.
I consigli di Matthieu Richard per vivere felici
Nella sua più recente autobiografia, dal titolo “Diario di un monaco errante” Richard racconta il suo segreto per vivere una vita quanto più felice.
Il primo consiglio è quello di accettare che la felicità non dipende da cose materiali ma è uno stato che coltiviamo giorno dopo giorno grazie alle nostre abitudini e, soprattutto, al modo in cui decidiamo di reagire a ciò che ci succede. Ed ecco che un secondo consiglio si lega proprio a questo, al vivere il qui ed ora, e non preoccuparci per ciò che è successo in passato in quanto è ormai irrimediabile e di non avere preoccupazione per il futuro in quanto non è ancora nelle nostre mani.
Poi Richard spiega come la felicità non sia uno status quo definito ma un atteggiamento in divenire che va allenato. Un modo per coltivarla? Essere grati per le piccole cose di ogni giorno e riconoscerle. Ogni giorno possiamo dedicare anche soli dieci minuti ad apprezzare ciò che abbiamo e ciò che di bello è successo nella giornata.
Infine, come scrive nella sua autobiografia, il segreto per essere felici consiste nell’altruismo, nel saper accontentarsi di poco e di immergerci nella bellezza della natura e di confidare che in ogni essere vivente c’è sempre del potenziale di bontà che deve soltanto essere portato a galla.
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