Il guanto di sfida è stato lanciato, una sfida che si terrà fino al 4 dicembre in Namibia e in cui proprio in questi giorni si stanno riunendo oltre mille delegati – dei Paesi membri – per decidere cosa far entrare nel Patrimonio culturale e immateriale dell’Unesco. Una sfida che merita di esser raccontata, perché non è soltanto la sfida di un prodotto tipico italiano, ma è – propriamente – la sfida di un’arte. Un’arte culinaria che fa parte della cultura napoletana.
Fino a questo momento sono moltissime le firme ottenute affinché “L’arte dei pizzaiuoli napoletani” entri a far parte del Patrimonio culturale e immateriale dell’Unesco. Non soltanto quindi i siti patrimonio dell’umanità, ma anche i capolavori immateriali godono di una grandissima importanza.
L’appello è stato lanciato proprio dall’Associazione Pizzaiuoli napoletani (assieme a Confesercenti Napoli e Campani, la Fondazione Univerde, Coldiretti, Fiesa e Fiepe) che in questo modo vorrebbero fosse riconosciuta quest’arte che ha una grande valenza storica per Napoli e per l’Italia intera.