Questa ultima scoperta resterà alla storia per due motivi importanti. La prima è di certo la portata archeologica in sé, la seconda è che tutto è stato possibile grazie al lavoro di un drone. Sono stati Anthony Murphy, ricercatore, insieme ad un fotografo a scoprire sul sito archeologico di Brú na Bóinne, patrimonio dell’umanità e uno dei più importanti al mondo per i resti preistorici, un nuovo “henge”
I due, grazie al volo di un drone, si sono accorti di alcuni rilievi su un campo, da li gli accertamenti e poi la scoperta. Oltre al volo dall’alto che ha permesso una certa visione durante la perlustrazione, complice della scoperta anche le condizioni climatiche. La siccità che si è verificata nel posto infatti ha permesso di far riemergere i rilievi. Proprio questa serie di fattori hanno permesso la scoperta.
Siamo corsi a casa per vedere le immagini al computer, sapevamo che avevamo ripreso qualcosa di sensazionale
Queste alcune parole dei due, che da ora in poi, oltre a vantarsi per la scoperta dovranno mettersi al lavoro per studiarla e risalire alla storia di quello che ancora resta un mistero. Affascinante ma molto oscuro.