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Welfare, più sinergie pubblico-privato in assistenza e previdenza

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Pubblicato il 27/10/2016
Di Team Digital
Welfare pi sinergie pubblicoprivato in assistenza e previdenza

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Roma – Puntare a una virtuosa integrazione pubblico-privato, alla


valorizzazione della White Economy, l economia della salute,


dell assistenza e del benessere come leva di sviluppo economico e


sociale del Paese.


Questo l’orizzonte posto al centro della riflessione proposta con


due distinti tavoli tecnici tra i principali stakeholder del


settore sanitario, previdenziale e socio-assistenziale, che si


sono confrontati attivamente sulle opportunità derivanti da una


maggiore integrazione tra welfare pubblico e intervento privato.


L iniziativa, organizzata dal Gruppo Unipol, rientra del progetto


“Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” e


ha preso le mosse da due studi, SDA Bocconi e Itinerari


Previdenziali, che hanno approfondito, da un lato, le modalità


operative, strategiche e finanziarie attraverso le quali


realizzare tale integrazione in campo sanitario e


socio-assistenziale; dall altro, gli strumenti necessari per


garantire sostenibilità e maggiore equità al sistema di welfare,


anche attraverso un plafond unico di deducibilità per tutte le


forme di welfare e l individuazione di nuove sinergie degli


attori privati nel loro rapporto con il sistema pubblico.


In particolare, lo studio realizzato dall Osservatorio Consumi


Privati in Sanità di SDA Bocconi ha evidenziato come oggi risulti


più difficile tracciare una divisione netta tra pubblico e


privato per quanto attiene a responsabilità e meccanismi di


soddisfacimento dei bisogni in tema di welfare socio-sanitario.


L idea di fondo è che per rispondere alle nuove esigenze dettate


dalla complessità dei bisogni e dal relativo ampliamento dello


specchio di servizi in grado di soddisfarli, sia necessario


realizzare una virtuosa integrazione a diversi livelli, da quello


finanziario alla fase intermedia della presa in carico del


paziente, fino all erogazione delle singole prestazioni.


Fiammetta Fabris, direttore generale di Unisalute:


“Oggi stiamo assistendo ad una costante e continua problematica


rispetto alla spesa sanitaria, con 114 miliardi di spesa


sanitaria, 34 miliardi di spesa out of pocket degli italiani. E


riteniamo che adesso si potrebbe sperimentare una nuova modalità,


specificamente in alcune aree volte alla tutela del cittadino,


per una forma di collaborazione con un privato organizzato, come


quello di una compagnia di assicurazione, ed il pubblico vero e


proprio”.


Il welfare integrato è stato anche al centro del dibattito sul


secondo studio commissionato dal Gruppo Unipol ad Itinerari


Previdenziali, nel quale si delinea un possibile percorso di


intervento sul sistema, a partire da una regolamentazione più


omogenea che preveda l estensione dei benefici fiscali a quella


parte del welfare – la sanità integrativa – che oggi appare


penalizzata rispetto alla previdenza complementare. Con welfare


sanitario e previdenziale chiamati a formar parte di un unico


percorso, soprattutto in ambito familiare e di nuove generazioni.


Alberto Boidi, responsabile Vita UnipolSai:


“Il futuro è un welfare in cui sia la componente previdenziale


che assistenziale devono andare nella stessa direzione per


cercare di creare dei pacchetti veri e proprio di


previdenza-assistenza capaci anche culturalmente di andare a


colmare quei gap non solo in un concetto di famiglia e dei suoi


bisogni ma anche guardando alle categorie più giovani, di chi


entra nel mondo del lavoro chiamato ad informarsi da subito su


quello che sarà il suo futuro in termini di assistenza e di


previdenza”.


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