Roma – Puntare a una virtuosa integrazione pubblico-privato, alla
valorizzazione della White Economy, l economia della salute,
dell assistenza e del benessere come leva di sviluppo economico e
sociale del Paese.
Questo l’orizzonte posto al centro della riflessione proposta con
due distinti tavoli tecnici tra i principali stakeholder del
settore sanitario, previdenziale e socio-assistenziale, che si
sono confrontati attivamente sulle opportunità derivanti da una
maggiore integrazione tra welfare pubblico e intervento privato.
L iniziativa, organizzata dal Gruppo Unipol, rientra del progetto
“Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” e
ha preso le mosse da due studi, SDA Bocconi e Itinerari
Previdenziali, che hanno approfondito, da un lato, le modalità
operative, strategiche e finanziarie attraverso le quali
realizzare tale integrazione in campo sanitario e
socio-assistenziale; dall altro, gli strumenti necessari per
garantire sostenibilità e maggiore equità al sistema di welfare,
anche attraverso un plafond unico di deducibilità per tutte le
forme di welfare e l individuazione di nuove sinergie degli
attori privati nel loro rapporto con il sistema pubblico.
In particolare, lo studio realizzato dall Osservatorio Consumi
Privati in Sanità di SDA Bocconi ha evidenziato come oggi risulti
più difficile tracciare una divisione netta tra pubblico e
privato per quanto attiene a responsabilità e meccanismi di
soddisfacimento dei bisogni in tema di welfare socio-sanitario.
L idea di fondo è che per rispondere alle nuove esigenze dettate
dalla complessità dei bisogni e dal relativo ampliamento dello
specchio di servizi in grado di soddisfarli, sia necessario
realizzare una virtuosa integrazione a diversi livelli, da quello
finanziario alla fase intermedia della presa in carico del
paziente, fino all erogazione delle singole prestazioni.
Fiammetta Fabris, direttore generale di Unisalute:
“Oggi stiamo assistendo ad una costante e continua problematica
rispetto alla spesa sanitaria, con 114 miliardi di spesa
sanitaria, 34 miliardi di spesa out of pocket degli italiani. E
riteniamo che adesso si potrebbe sperimentare una nuova modalità,
specificamente in alcune aree volte alla tutela del cittadino,
per una forma di collaborazione con un privato organizzato, come
quello di una compagnia di assicurazione, ed il pubblico vero e
proprio”.
Il welfare integrato è stato anche al centro del dibattito sul
secondo studio commissionato dal Gruppo Unipol ad Itinerari
Previdenziali, nel quale si delinea un possibile percorso di
intervento sul sistema, a partire da una regolamentazione più
omogenea che preveda l estensione dei benefici fiscali a quella
parte del welfare – la sanità integrativa – che oggi appare
penalizzata rispetto alla previdenza complementare. Con welfare
sanitario e previdenziale chiamati a formar parte di un unico
percorso, soprattutto in ambito familiare e di nuove generazioni.
Alberto Boidi, responsabile Vita UnipolSai:
“Il futuro è un welfare in cui sia la componente previdenziale
che assistenziale devono andare nella stessa direzione per
cercare di creare dei pacchetti veri e proprio di
previdenza-assistenza capaci anche culturalmente di andare a
colmare quei gap non solo in un concetto di famiglia e dei suoi
bisogni ma anche guardando alle categorie più giovani, di chi
entra nel mondo del lavoro chiamato ad informarsi da subito su
quello che sarà il suo futuro in termini di assistenza e di
previdenza”.