Roma – Ha vinto due Golden Globe e due César per miglior film e migliore attrice il film “Elle” di Paul Verhoeven, interpretato da una bravissima Isabelle Huppert, e arriverà nei cinema italiani dal 23 marzo. Un film forte, disturbante, che ha per protagonista una donna dura e impertubabile, che gestice con distacco le proprie relazioni sentimentali e sessuali, e che emerge in tutta la sua complessità dopo che viene aggredita in casa e violentata da uno sconosciuto. Tutti i produttori e le attrici americane hanno detto “no” al film, perché lo consideravano troppo scandaloso, mentre la Huppert non ha avuto esitazioni a interpretare una sadomasochista, come ha spiegato Verhoeven a Roma:
“Io e lei non abbiamo mai parlato di psicologia, di Freud o di analisi. Non c’è stato niente che lei si sia rifiutata di fare. L’abbiamo semplicemente girato, lei non ha nessun problema se crede in un ruolo, anche se è un personaggio ostile. Non cerca di compiacere il pubblico, e neanche io”.
Nei film di Verhoeven, autore di successi come “Robocop”, “Basic Instinct”, “Black book”, viene spesso sottolineato il rapporto tra sessualità e violenza, non macano, come in questo caso, attacchi alla morale cattolica, ma, soprattutto, si celebrano delle figure femminili forti.
“Per me il personaggio della Huppert non è neanche una donna tormentata, la considero normale. E’ una donna che ha subìto determinati eventi durante la propria infanzia, e durante quel periodo ha forgiato il suo carattere. Per me è soprattutto una donna che rifiuta di essere vittima. Potete definirla immorale, ma non mi interessa, la moralità è piuttosto assente nei miei film, ma lo è spesso anche nella vita reale”.
Il regista olandese, dopo tante esperienza americane, ora continuerà a girare in Europa, e il suo prossimo film, ovviamente, avrà per protagoniste due donne, due suore, sarà ambientato in Toscana e si intitolerà “Blessed Virgin”.
“Man mano che invecchio mi rendo conto che sono sempre più interessato alle donne piuttosto che agli uomini. Le ammiro molto”.