Roma – Dopo la lunga testimonianza dell’ex direttore dell’Fbi, James Comey, davanti alla commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti, la risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere.
Nella sua prima apparizione dal licenziamento, un mese fa, Comey, ha detto che il presidente Trump “ha mentito” agli americani, ha “diffamato” lui e l’Fbi, sostenendo che “non ci sono dubbi” che la Russia abbia interferito nelle elezioni presidenziali statunitensi.
E se Sarah Huckabee Sanders, la viceportavoce della Casa Bianca, ha replicato affermando che “il presidente non è un bugiardo”, il suo legale personale Marc Kasowitz, ha aggiunto che Trump “non ha mai richiesto o suggerito” a Comey di fermare le indagini su qualcuno, nemmeno su Flynn e ha affermato:
“Il presidente non ha mai detto a Comey: ho bisogno di lealtà, mi aspetto lealtà”, come invece ha dichiarato l’ex direttore dell’Fbi.
Anche Trump però ha voluto dire la sua, e parlando ai suoi sostenitori durante un evento organizzato da un gruppo di confessione evangelica, si è mostrato combattivo: “Siamo sotto assedio – ha detto – ma ne usciremo più grandi e più forti che mai”.
E ha ribadito: “Nulla che valga la pena fare è mai facile, ma sappiamo come combattere e mai e poi mai molleremo. Noi siamo dei vincenti, quindi combatteremo e vinceremo”.