Roma – “Io sono contrario. Perché l’isola è piccolina, qua posti non ce ne sono”, dice un residente. Anche una località vip come l’isola di Capri potrebbe essere chiamata a garantire l’ accoglienza ai migranti: in tutto 45 rifugiati, da suddividere tra il comune di Capri e quello di Anacapri. Nella Piazzetta di Capri, con molti bar chiusi per la pausa invernale, non si parla d’altro. Moltissimi sono i contrari all’arrivo dei rifugiati, ma ci sono anche alcuni favorevoli.
“E’ una legge italiana, quindi riguarda anche noi. Inutile fare i discorsi: sarebbe preferibile 45 terremotati o altre persone disagiate, perché è un discorso che non si può fare”, sottolinea un altro.
“Un’accoglienza che sia degna e che rispetti i protocolli d’accoglienza ai quali siamo chiamati, se vogliamo farci chiamare paese democratico”, afferma invece una donna favorevole all’accoglienza.
La notizia del possibile arrivo di migranti, che dovrebbero essere ospitati in strutture ricettive attualmente ancora non individuate, sta suscitando malumori anche sui social network, dove molti residenti hanno espresso contrarietà temendo contraccolpi per l’economia turistica: una vera e propria bagarre senza esclusione di colpi tra favorevoli e contrari.
“Rifugiati? Basta che non siano rifugiati politici – scherza il giornalaio, sottolineando allarmato – Alcune persone mi hanno telefonato da Roma: ma come, che succede? Anche i migranti a Capri. Purtroppo esistono delle leggi, il turismo secondo me riceverà una bella batosta”.
E’ stato il prefetto di Napoli, Maria Gerarda Pantalone, a convocare le due amministrazioni comunali di Capri e Anacapri per fare il punto sulle problematiche legate al flusso dei migranti e per sottolineare che l accoglienza dovrebbe essere garantita solo a chi avrà il requisito di rifugiato politico, suggerendo alcuni accorgimenti che i Comuni potrebbero adottare per ridurre i disagi ai soggetti interessati e ai territori coinvolti.