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Scannasurice, miglior spettacolo critica 2015, al Piccolo Eliseo

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Pubblicato il 09/03/2017
Di Team Digital
Scannasurice miglior spettacolo critica 2015 al Piccolo Eliseo

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Roma – Nel 2015 ha ottenuto il Premio della critica per il “Migliore spettacolo”, ora “Scannasurice” di Enzo Moscato, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa, è in scena fino al 19 marzo al Piccolo Eliseo di Roma.


Il testo è stato scritto nel 1982 da Moscato, che lo ha definito una “discesa agli inferi che attraversa la ferita della napoletanità”, racconta un terremoto metaforico, quello legato alla precarietà dettata dalla perdita di futuro in seguito al terremoto del 1980, ma anche quello esistenziale profondo che attraversa il protagonista.


“E’ un femminiello dei quartieri spagnoli, che in realtà non ha un’identità precisa. Moscato, l’autore del testo, in realtà parla dei femminielli come creature quasi magiche, divine. E’ un personaggio che vive negli ipogei napoletani, tra spazzatura e immondizia, maledicendo e amando allo stesso tempo i topi, che sono i suoi nemici. E all’interno di questo ipogeo, di questa scenografia, vive pensando che la memoria della città è fondamentale quando accadono le cose, mentre invece per andare avanti spesso i cittadini dimenticano le cose accadute nel passato. Mentre la memoria può servire per modificare, cambiare, far sì che le cose cattive non accadano”, racconta Villa.


Lo spettacolo ha rappresentato una rivoluzione nella rappresentazione della città, e racconta una Napoli sempre attuale.


“Aprì anche un’altra attenzione per noi napoletani a noi stessi. Cioè non più una visione mandolini, oleografica, del cosiddetto essere napoletani o della napoletanità, ma piuttosto l’analisi profonda di quei chiaroscuri, l’analisi profonda di quell’eterno vivere a metà, tra buio e luce, tra vita e morte, eternamente nel presente, laddove il passato è olografia spesso, il futuro resta sempre nebuloso. Una visione più forte del mistero, un’analisi profonda del mistero del nostro essere napoletani, ma anche essere comunque uomini”, spiega Cerciello.


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