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“Salviamo Selinunte”, le rovine a rischio

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Pubblicato il 22/11/2016
Di Team Digital
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Roma – “Salviamo Selinunte”. E’ l’appello che risuona tra i più illustri studiosi che dibattono su come conservare, restaurare e valorizzare i monumenti affinché siano fruibili alle future generazioni. Riflessioni contenuti nel volume “Selinunte. Restauri dall’antico”, promosso dalla Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter e Paola Mainetti, che è scesa in campo investendo 120mila euro per salvare lo straordinario complesso monumentale. In particolare, il Tempio G di Selinunte, è da secoli ammirato per le sue rovine, che nel 2011 già versavano in uno stato di profondo degrado.


Il direttore scientifico della Fondazione Sorgente Group, Claudio Strinati, ha spiegato perché è così importante per la Fondazione investire su questo progetto: “La Fondazione si occupa soprattutto di archeologia e soprattutto di ricerca archeologica, cerca di fiancheggiare le istituzioni pubbliche, sviluppando un aspetto che è curato dal ministero ma di solito è meno finanziato, vale a dire la ricerca”.


Un investimento ingente: “Sono stati spesi 120mila euro, di cui 100mila sono andati alla ricerca e alla fabbricazione del modellino ricostruttivo del Tempio G di Selinunte, uno dei grandi enigmi della storia dell’archeologia. Ventimila euro sono andati per la pubblicazione del libro, dell’editore De Luca”.


La Fondazione Sorgente Group, oltre agli studi e alle ricerche dei maggiori studiosi, ha sostenuto le operazioni di sondaggio sulle fondazioni, la pulizia dell’area rendendo nuovamente visibile tutto il perimetro del tempio e consentendo il primo rilievo aerofotogrammetrico dell’intero complesso. L’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi: “Selinunte è un complesso assolutamente straordinario e incredibile, è un campo archeologico di centinaia di ettari e c’è una situazione di monumentalità assolutamente incredibile che sbalordì i grandi viaggiatori dell’Ottocento.


“L’intervento del 1956 che innalzò il tempio E è stato rovinoso perché fu uno stupro del monumento. Queste ricostruzioni sono molto contestate, ma dall’altra parte ci sono delle necessità che vanno studiate: una soluzione bisogna trovarla. Il professor Marconi disse se non si interviene questo monumento da rovina diventerà macerie in tempi non biblici”.


Alla presentazione del volume “Selinunte. Restauri dall’antico” sono intervenuti il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce e l’ex Direttrice del Parco archeologico di Selinunte, Caterina Greco.


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