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Russiagate, l’ex capo dell’Fbi James Comey ha deposto in Senato

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Pubblicato il 08/06/2017
Di Team Digital
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Washington – L’ex direttore dell’Fbi, James Comey, licenziato da Donald Trump in seguito al cosiddetto Russiagate, ha deposto al Senato americano a Washington davanti alla commissione Intelligence che sta indagando sulla possibile


interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso novembre e sulla possibile collusione tra lo staff del presidente Donald Trump e il Cremlino.


All’inizio della testimonianza Comey ha spiegato che non avrebbe letto la dichiarazione scritta, diffusa il 7 giugno in cui ha confermato che Trump gli chiese “lealtà” e di “lasciar correre”, e chiudere l’inchiesta su Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale che aveva mentito sulle sue conversazioni con l’ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak. Un’altra richiesta di Trump a Comey fu quella di affermare pubblicamente che il presidente “non era personalmente sotto inchiesta”. Prima di rispondere alle domande dei senatori Comey ha spiegato alcune circostanze.


“Quando sono stato nominato direttore dell’Fbi, nel 2013, sapevo che mi avrebbero potuto licenziare in qualunque momento e per qualunque ragione, eppure – ha detto Comey – le spiegazioni sul mio licenziamento mi hanno confuso e preoccupato, visto che fino ad allora il presidente mi aveva ripetuto che stavo facendo un gran lavoro”.


“L’amministrazione – ha continuato Comey – ha scelto di diffamare me e, ancor più importante, l’Fbi affermando che il Bureau era nel caos”.


L’ex direttore dell’Fbi ha infine dichiarato che “non ci sono dubbi” che la Russia abbia interferito nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 spiegando, però, comunque di avere fiducia nel fatto che “nessun voto sia stato realmente alterato” come conseguenza delle ingerenze di Mosca, aggiungendo che l’Fbi aveva scoperto le intrusioni informatiche russe verso la fine dell’estate del 2015.


“L’Fbi è onesta, è forte ed è e sarà sempre indipendente – ha spiegato ancora Comey – mi spiace di non aver potuto salutare i miei colleghi ma è stato un grande onore per me essere parte della famiglia dell’Fbi e questo mi mancherà per il resto della mia vita”.


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