Nizhnij Arkhiz (Russia) – Immerso nella nebbia e quasi dimenticato dal mondo, l osservatorio di astrofisica di Nizhnij Arkhiz è un pezzo di storia vivente. Fondato 50 anni fa, sulle montagne del Caucaso, durante la corsa allo spazio nell allora Unione Sovietica, rappresentò per un intera epoca un primato assoluto: il più grande telescopio riflettore al mondo, con 6 metri di diametro. Fino a pochi anni fa era zona top secret; oggi si apre al pubblico con una mostra di arte contemporanea, che raccoglie artisti europei e russi. Un segnale di pace, in un mondo dove la tensione geopolitica è sempre più alta.
Simon Mraz, responsabile culturale dell ambasciata austriaca a Mosca e ideatore dell’evento, ci racconta: “Un elemento importante del nostro progetto è che tutti i lavori che facciamo vedere sono stati commissionati apposta e il tema è l’osservatorio. Per la più parte della sua esistenza l’osservatorio è stato uno dei più grandi progetti scientifici dell Urss. Dieci o 15 anni fa era tutto segreto”.
Mraz sottolinea l’arte senza confini, senza limiti invalicabili, che vuole offrirsi allo spettatore, chiunque egli sia. Nonché un dialogo di culture, quella tra artisti internazionali come Eva Engelbert ed Alexandra Paperno, quella tra artisti e scienziati, entrambi provenienti da un mondo a parte, ma anche quella tra popoli. Non a caso il Caucaso rappresenta uno dei più complessi crogioli di etnie. E in fondo uno di questi popoli è proprio la comunità scientifica di Nizhnij Arkhiz, che vive su queste montagne da 50 anni, sinora in quasi totale isolamento.