Roma – L’arte più pura, significato e suono musicale che si intrecciano e si rincorrono sin dalla notte dei tempi per dare voce alle emozioni umane. “Ritratti di poesia”, la rassegna che la Fondazione Terzo Pilastro dedica alla meno considerata tra le arti, è stata una maratona di letture, confronti, idee, Poetry Slam, performance, versi e voci di autori italiani e internazionali. Nata 11 anni fa per volere di Emmanuele Emanuele, la manifestazione è diventata nel tempo un appuntamento irrinunciabile per comprendere la poesia contemporanea, piuttosto diversa da quella a cui la maggior di noi era abituata.
“La rima – ha spiegato Emanuele – non è più indispensabile e questo ha scavato un solco tra i poeti del passato e i poeti di oggi. Oggi c’è forse un esubero di – posso usare un termine improprio – prosaizzazione della poesia, forse non soltanto la rima non è più necessariamente rispettata, ma forse non lo è anche la cadenza logica di ciò che viene prodotto rispetto alla manifestazione immediata del sentimento che si manifesta, magari in una parola o in una frase”.
Ma questo non cambia il valore della poesia, legata da una corda invisibile all’animo umano, come testimonia l’interesse mai sopito dei giovani per questa arte e, chiediamo, ragione che spinge Emmanuele Emanuele a spendersi affinchè essa abbia il posto che merita nella cultura italiana.
“Perché – ha rivelato – io sono convinto che questa arte, che viene considerata meno importante di altre abbia la valenza di parlare al cuore della gente più di altre. La poesia è nel cuore degli uomini, è nel cuore dell’umanità, ci sono fortunati che riescono poi a produrla, ci sono persone che non lo sanno ma nel cuore la portano. E’ quindi una giornata dedicata nella solitudine, nel silenzio assordante che l’Italia dedica a questo mondo, credo che sia quasi un dovere sociale”.
