Rimini – I consorzi italiani per la raccolta e il riciclo dei rifiuti rappresentano un’eccellenza a livello europeo poco conosciuta. Un aspetto ben evidenziato nel corso degli Stati generali della Green economy alla fiera Ecomondo e confermata da Antonello Ciotti, presidente Corepla, il consorzio per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi in plastica.
“Abbiamo avuto – ha detto – pochi giorni fa un incontro a Milano di Epro, che raccoglie tutti i Corepla a livello europeo, e loro sono rimasti in qualche modo sorpresi di come un’eccellenza italiana fosse poco conosciuta all’estero”.
Secondo Simona Bonafè, europarlamentare Pd, l’esperienza italiana andrebbe quindi fatta conoscere di più all’estero, anche per incentivare le best practice: “Devo dire che i consorzi hanno avuto negli anni un’azione importantissima sul fronte del recupero dei materiali e infatti oggi vediamo che l’Italia è al primo posto in Europa, quindi non siamo la Cenerentola rispetto agli altri Peasi europei ma anzi siamo un Paese che ha tecnologie ed esperienza, a partire da quella del Conai, da rilanciare sul piano europeo”.
Ma secondo Palmino Di Giacinto, amministratore delegato della Cier, azienda aderente a Corepla, il sistema italiano è già stato copiato all’estero, con una differenza spesso penalizzante per le nostre imprese.
“Noi paghiamo probabilmente dazio in quanto viviamo nel contesto europeo ma con una realtà italiana diversa dal punto di vista burocratico – ha detto -. Ovviamente io difendo la burocrazia italiana, perché credo che la tracciabilità e le leggi sui rifiuti che abbiamo noi sono le migliori e pretenderei che fossero copiate anche quelle dal resto dell’Europa per avere poi uno stesso peso burocratico sulle aziende”.