Milano – Un album jazz intitolato “Hard playing” e pubblicato insieme a un dvd dello spettacolo permanente “In concerto con Enzo” dedicato al padre e alle sue canzoni: Paolo Jannacci racconta l’ultimo lavoro che ha composto e suonato in quartetto con Stefano Bagnoli alla batteria, Marco Ricci al contrabbasso e Daniele Moretto alla tromba. Lo incontriamo nella casa di Milano che fu di suo padre Enzo e prima di suo nonno, a lungo adibita a studio medico: qui viene a concentrarsi e suonare il piano, per far confluire le idee della giornata. “C’è di nuovo finalmente l’essere riuscito a pensare alla musica più liberamente, cercare di fare più ricerca, sperimentare di più ed essere più libero nell’esteriorizzare la nostra soggettività. Io sto sempre dalla parte dell’ascoltatore, non voglio annoiare, dare fastidio, suonarmi addosso o solo per me stesso”.
I filmati del dvd consentono di scoprire incontri musicali maturati nel tempo, poi fissati nella registrazione di un’unica serata estiva all’aperto dopo un acquazzone. “A me manca il papà, quella energia, le nostre chiacchierate e i nostri scherzi, il fatto di creare la differenza ogni volta che salivamo sul palco, per dare una tacca in più al livello sia culturale che musicale. Quando ti mancano le figure importanti è sempre drammatico, perchè sai che loro ti potrebbero insegnare qualcosa o far svoltare la giornata, e quelle non ci sono più”.
Paolo Jannacci si divide tra 3 spettacoli, il concerto dedicato al padre e quello jazz insieme al quartetto dell’album e un duo più sperimentale, e intanto suona piano e fisarmonica in tour con J-Ax e Fedez. “E’ più una situazione elettronica, meno classicheggiante ed acustica perchè facciamo palazzetti molto grandi e c’è bisogno di un’impostazione tecnica particolare. Ax è pazzesco, l’ho trovato 17 anni fa e non lo mollo, gli voglio bene ed è un grande regista”.