Roma – La Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione per l’ex poliziotto della Mobile Giovanni Aiello, accusato di essere “Faccia da mostro”, coinvolto nell’omicidio di Nino Agostino, agente ucciso con la moglie il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.
Non sono stati sufficienti il riconoscimento dell’uomo da parte di Vincenzo Agostino, padre di Nino, né le accuse da parte dei pentiti. Secondo i magistrati non ci sarebbero elementi sufficienti a mettere su un processo. Adesso toccherà al gip pronunciarsi sul documento firmato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi, dai sostituti Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.
Per la famiglia Agostino, tanta amarezza. Il padre di Nino ha deciso di non tagliarsi più la barba fino a quando non avrà giustizia. “Ci costringono ad andare a chiedere elemosine di verità. Se lo Stato non ci dice la verità, dobbiamo andarla a chiedere alla mafia?”.
“Ho sempre descritto come era questo individuo. Oggi che l’ho portato alla luce, dicono che sono insufficienti le prove. Non riesco a capire perché. Non riesco a capire ancora tante cose. Noi chiediamo sempre verità e giustizia insieme a mia moglie. Questa è la millesima pugnalata, ma sopporteremo anche questa”.
Augusta, madre di Nino: “Mio figlio è diventato eroe suo malgrado. Voleva essere un padre e un marito felice. Ancora non so chi mi ha tolto mio figlio. Ma dobbiamo morire per non chiedere più giustizia. Lotteremo e speriamo di averla. L’ho chiesta a tutti e nessuno parla”.