Milano – La polizia di Milano ha chiuso il cerchio sull’omicidio del 19enne di origine albanese Albert Dreni e su quello tentato di un 22enne salvadoregno salvato con 120 punti di sutura al collo, selvaggiamente aggrediti il 3 luglio scorso da un gruppo di latinos in Porta Lodovica a Milano. In carcere sono finiti quattro maggiorenni e tre minorenni, originari di El Salvador, Perù ed Ecuador. Uno solo dei sette risulta essere affiliato ufficialmente alla gang MS13 mentre gli altri erano in attesa di diventarlo e la loro ferocia si spiega proprio con la volontà di impressionare i membri anziani della pandilla. Per quello che solo per miracolo non è stato un duplice omicidio, erano già stati arrestati in luglio altri due membri della “Mara Salvatrucha”, entrambi pregiudicati originari di El Salvador.
Nella cantina di dell’appartamento dove vive uno dei minorenni arrestati, gli agenti hanno sequestrato il machete con la lama di 41 cm utilizzato nell’aggressione a due ferrovieri nella stazione milanese di Villapizzone nel giugno 2015 e poi durante uno scontro con i membri di una gang rivale nel maggio scorso in via Nervesa. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Milano diretta da Lorenzo Bucossi: “Fare un tentato omicidio e un omicidio a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro su persone totalmente scollegate tra di loro, per motivi totalmente futili, non possa che dare il senso di questo comportamento. Sicuramente -ha continuato il dirigente della polizia – in questo momento storico alcuni personaggi di rilievo delle gang originarie sono stati scarcerati e quindi esiste la possibilità che potessero tentare di ricostituire delle ‘clique’ (che sono le unità di base di queste gang) e in questo senso quando si ricostruiscono delle ‘clique’ si assegnano dei ruoli e in questa fase mettersi in luce con comportamenti di questo tipo può avere un senso”.
