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Non solo Made in Japan, i videogiochi parlano italiano

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Pubblicato il 17/10/2016
Di Team Digital
Non solo Made in Japan i videogiochi parlano italiano

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Milano – Non solo Stati Uniti e Giappone: i videogames parlano anche italiano. Un assaggio del lavoro dei nostri game developper è stato dato alla Milan Games Week, dove un’intera area della manifestazione era dedicata alla produzione nostrana di giochi. Paolo Chisari, presidente di Aesvi. “Gli sviluppatori italiani presentano più di 30 giochi fatti interamente fatti in Italia. E’ un buon segnale. L’industria italiana si sta sviluppando, oggi sono più di cento studi di sviluppo in Italia che stanno cercando di portare il videogioco italiano all’estero. Questo è un buon segnale”.


Realtà virtuale, realtà aumentata, giochi platform, giochi d’azione, puzzle. C’è di tutto in vetrina all’evento milanese nell’area indie dedicata all’Italia. Tra questi anche Milanoir, un adventure in stile Pixel, come ha raccontato Gabriele Arnaboldi di ITALO GAMES che lo ha realizzato. “Milanoir” è un gioco ispirato ai film poliziotteschi anni Settanta milanesi. E’ un gioco action sparatutto, ambientato a Milano e in cui il protagonista deve compiere delle malefatte per la malavita milanese”.


Si passa da giochi “punta e clicca” illustrati e animati a mano, come “Detective Gallo”, fino a quelli di realtà virtuale, come “Runes: The forgotten paths”, sviluppati con le tecnologie più evolute. Che evidentemente non sono solo appannaggio degli sviluppatori giapponesi, come ha confermato Giacomo Lucchini, fondatore di Storm Born. “Assolutamente no. Siamo all’avanguardia sulla realtà virtuale. Il nostro prodotto punta su una delle delle ultime versioni della VR che è la room scale VR, muoversi in uno spazio oltre che guardarsi in giro con la testa. Crediamo che sia il futuro, non solo per il gaming”.


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