Milano – “La mostra racconta del voto del 1946 e abbiamo messo in contrasto a questo riconoscimento di un diritto fondamentale, il più antico documento conservato dagli Archivi di Stato d’Italia: una pergamena che attesta un passaggio di tutela su una donna longobarda, una certa signora Anstruda, che nel 721 passa sotto la tutela dei padroni del marito, in quanto lei sposa un servo”.
Così il direttore dell’Archivio di Stato di Milano, Benedetto Luigi Compagnoni, sintetizza il senso della mostra documentaria, piccola ma preziosa, dedicata al percorso di emancipazione delle donne raccontato attraverso alcuni passaggi simbolici fotografati dalle carte dell’Archivo del Gabinetto del Prefetto di Milano. Un’esposizione allestita nella splendida sede milanese dell’Archivio di Stato, il seicentesco collegio elvetico in via Senato, e realizzata in collaborazione con la Prefettura meneghina e l’Unione Femminile, per celebrare il 70esimo anniversario delle prime elezioni politiche italiane a suffragio universale.
“La prima sezione ricostruisce il clima un po’ teso che si respirava a Milano e nel Paese prima, durante e dopo le elezioni del 1946 perché si temevano tumulti in seguito al risultato del referendum” ha spiegato la curatrice, Carmela Santoro, aggiungendo che “nella seconda sezione c’è una ricostruzione dell’immagine della donna negli anni Quaranta, durante il fascismo, attraverso alcuni esempi di riviste e romanzi che il Prefetto era chiamato a vagliare, decidendo se potevano essere pubblicate o andavano censurate. L’ultima sezione – ha proseguito la curatrice – è dedicata al ruolo molto attivo giocato dall’associazionistmo nei primi mesi dopo la Liberazione, in particolare da parte dell’Unione donne italiane (Udi): nei fascicoli della Prefettura ci sono documenti che testimoniano il ruolo da protagonista avuto da queste donne che si facevano portavoce delle esigenze della collettività”.
“Il documento che abbiamo scelto come simbolo della mostra – ha concluso Santoro – è lungo un metro e mezzo ed è pieno di firme: si tratta di una raccolta di firme di donne del ‘rione Magenta’ di Milano, promossa dall’Udi nell’agosto del 1945 per chiedere combustibile da riscaldamento per l’inverno successivo”.
