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L’arte vista dai rotocalchi tra cultura, pop e divismo esasperato

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Pubblicato il 18/10/2016
Di Team Digital
L8217arte vista dai rotocalchi tra cultura pop e divismo esasperato

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Milano – L’arte al tempo dei rotocalchi: è questo il focus della mostra “BOOM 60! Era arte moderna”, inaugurata al Museo del Novecento di Milano. Un’esposizione distribuita in più spazi che prova a guardare a quanto accadeva in Italia tra la fine degli Anni Cinquanta e l’inizio degli Anni Sessanta dal punto di vista nazionalpopolare delle riviste illustrate. Mariella Milan è uno dei curatori: “In questa mostra – ci ha detto – abbiamo cercato di raccontare come i rotocalchi presentassero l’arte moderna ai loro lettori e il linguaggio che usano mescola volentieri il linguaggio del divismo e delle celebrità e quello dell’arte, perché da un lato anche in tempi di boom del mercato e boom dei consumi, di arte si parla tanto, ma c’è sempre la necessità di offrire ai propri lettori i temi che tirano di più, quindi la celebrità funziona sempre”.


Celebrità come Anna Magnani o anche Eduardo De Filippo, ma soprattutto Gina Lollobrigida, che sulle pagine dei rotocalchi fanno da tramite per un racconto sulla cultura contemporanea spesso venato di polemiche o di posizioni alla Alberto Sordi. Ma in ogni caso, e la mostra al Museo del Novecento in fondo racconta proprio questo, attraverso la comunicazione popolare si è formato anche un certo tipo di “sistema dell’arte”. “In quel momento – ha aggiunto Milan – nasce un sistema dell’arte milanese più moderno, nascono le prime aste organizzate in modo paragonabili alle grandi aste internazionali. Che poi in quel momento è quasi più un fenomeno di costume piuttosto che rilevante per il collezionismo successivo. Viene letto da qualche rivista quasi come un nuovo gioco di società”.


Un gioco comunque importante, che coinvolge perfino Picasso oppure Lucio Fontana, sia nelle vesti di grandi artisti da raccontare, sia in quelle di protagonisti da gossip per i servizi illustrati. E in questa biunivocità, tra l’arte contemporanea – anche complessa – comunicata attraverso uno strumento di natura popolare e la fame di divismo delle riviste che sfruttano le immagini dei grandi quadri e dei grandi interpreti, si sente fluire il contributo più interessante, e non scontato, di “BOOM 60!”.


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