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La moglie di Arman: “Grande emozione la sua prima mostra a Roma”

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Pubblicato il 05/05/2017
Di Team Digital
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Roma – Corice Canton Arman è la moglie dell’artista francese naturalizzato americano in mostra per la prima volta a Roma a Palazzo Cipolla nella retrospettiva intitolata “Arman 1954-2005”, promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro, in collaborazione con Marisa Del Re, la Arman Marital Trust e Corice Arman Trustee, e aperta al pubblico dal 5 maggio al 23 luglio. Abbiamo incontrato Corice a margine della presentazione per la stampa e ci ha raccontato:



“Sono emozionata al punto che mi viene da piangere, perché è così bello, hanno potenziato i lavori di Arman, perché nello studio non hanno questo tipo di aura, ma il modo in cui sono stati esposti in questo luogo è incredibile e essere a Roma – dove credo non abbia mai avuto una mostra di questa straordinaria importanza, no, non l’ha avuta – ed è molto speciale per me vederli qui in questo bellissimo palazzo”, ha esordito Corice, vedova dell’artista nato a Nizza nel 1928 e morto a New York nel 2005.


“Ciò che lui faceva era di usare oggetti del quotidiano tirandoli fuori dal loro contesto e metterli in un altro contesto affinché la gente potesse apprezzarli”, ha aggiunto.



“Ho un aneddoto: quando stavamo traslocando a New York nel 1980, avevamo strumenti su tutte le pareti, sculture e sono venuti gli operai a spostare e impacchettare le opere ed erano così felici di vedere i loro strumenti impreziositi in questo modo, erano stupefatti”, ha raccontato sorridendo.


La sua opera preferita?



“Direi che le bottiglie di profumo intitolate ‘Luxieuse’ sono le mie preferite, ma adoro anche le lampade, chiamate Cucul la Praline, l’accumulo di abat-jour, ma posso dire onestamente che le amo tutte – ha rivelato, concludendo – Arman non smetteva mai di lavorare, anche se non lavorava fisicamente, lavorava mentalmente o incontrava persone. Alle volte quando andava a letto e sognava, si svegliava la mattina seguente o prima della mattina seguente e lo scriveva o iniziava a lavorare su quello che aveva sognato, la sua vita era movimento costante. Ho trascorso la mia vita intera con lui, cercando di stargli dietro ed è stato stupendo”.


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