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In mostra: l’emozione dei colori alla Gam di Torino e a Rivoli

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Pubblicato il 30/05/2017
Di Team Digital
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Torino – La ricerca della complessità in una mostra che è tanto accattivante dal punto di vista estetico quanto ispirata a livello di ricerca artistica e filosofica. “L’emozione dei colori nell’arte” è la collettiva allestita nella Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino e nel Castello di Rivoli. Un viaggio attraverso quello che sembra essere uno dei più semplici componenti della creatività, ma affrontato, come ci ha spiegato la co-curatrice Elena Volpato, con il desiderio di indagare in profondità.


“Se c’è una finalità di questa mostra – ha detto ad askanews – è quella di risarcire una storia che la storia dell’arte occidentale non ha raccontato, perché, un po’ come la scienza di prima del Novecento, è rimasta chiusa in una impostazione abbastanza oggettivante, per cui, seguendo la lezione settecentesca di Newton si pensava che si potesse parlare del colore in termini assoluti e non relativi al soggetto che percepisce”.


A Newton si oppose Goethe, con la sua teoria basata sul funzionamento della mente umana e delle sue diverse percezioni, e proprio in questo solco si snoda il percorso espositivo, che parte da Balla, piuttosto che da Matisse o da alcuni magnifici e perfetti lavori di Paul Klee, per arrivare alla luce controllata ed evidente di James Turrell oppure alle stanze avvolgenti di Carlos Cruz-Diez, che agiscono direttamente sulle percezioni di chi le attraversa.


“Questa mostra – ha aggiunto Elena Volpato – cerca di andare a illustrare, o comunque a dare conto attraverso esempi mirabili di opere di diversi artisti, a partire dalla fine dell’Ottocento, di tutti gli aspetti soggettivi che entrano in gioco nella percezione del colore, dagli aspetti spirituali a quelli, semplicemente, di reazione a una geometria come quella dell’opera che vediamo qui dietro”.


La curatrice si riferisce a una classica opera di Vasarely, ma il discorso vale anche, per esempio, per gli interventi scultorei di Yves Klein oppure di Katharina Fritsch o ancora, e qui subentra una vera e propria mistica del colore, per il piccolo Rothko che simbolicamente apre la sezione più contemporanea nelle sale della GAM.


“Noi – ha concluso Volpato – chiediamo allo spettatore di mettersi immediatamente in gioco, anzi, non è una richiesta, è quasi un dato di fatto, perché lo spettatore entra in questa mostra attraversando lo spazio della biglietteria e già dalle scale si trova a dover reagire a una cascata di colori e di geometrie che è stata pensata da Jim Lambie e questa cascata copre tutti i gradini fino a espandersi nell’atrio del piano interrato dove poi la mostra si svolge”.


Distribuita sulle due sedi espositive, la mostra “Colori”, curata anche da Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, ed Elif Kamisli e il cui catalogo ha una copertina ideata da Damien Hirst, resta aperta al pubblico fino al 23 luglio.


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