Col du Lautaret – A una settimana dal disastro di Farindola, ai piedi del Gran Sasso dove una valanga ha travolto il resort Rigopiano provocando 29 vittime, si continua a lavorare tra le macerie ma si cerca anche di capire quali siano state le cause che hanno portato a una tragedia di queste dimensioni, tra allarmi sottovalutati e un’incredibile concomitanza di maltempo straordinario e terremoto.
Al momento dell’impatto con l’hotel, la valanga “aveva raggiunto una massa di circa 120.000 tonnellate e una velocità tra i 50 e i circa 100 Km/ora e proprio il mancato allarme del rischio valanghe è sotto accusa.
Ma prevedere le slavine non è comunque semplice, in Francia sulle alpi da anni si studia il fenomeno.
“Siamo qui per capire come scorrono le valanghe e la loro dinamica per riuscire a prevenirle in siti come a questo” racconta Florence Naaim ricercatrice dell’Istituto nazionale di ricerche in scienza e tecnologia per lo sviluppo.
A Col du Lautaret sulle alpi francesi gli studiosi provocano delle valanghe controllate per poterle riprendere e studiare. Un fenomeno tanto affascinante quanto pericoloso.
“Le misurazioni delle valanghe sono molto complesse, stiamo cercando di elaborare dei modelli statistici per comprenderne la dinamica e studiare dei sistemi di intervento preventivo, ma anche per mettere in campo tutti i mezzi adeguai a portare soccorso” aggiunge Didier Richard.
I cambiamenti climatici, il disboscamento e la costruzione di impianti e case sulle montagne negli ultimi hanno provocato un considerevole aumento delle valanghe e dei danni che queste provocano.