Roma – “La burocrazia uccide più del terremoto”, “Verba volant, sisma manent”, “Montanari sì, fessi no, nessuno faccia il furbo”: sono alcune delle scritte sui cartelli dei terremotati venuti a manifestare a Roma.
Sono in tantissimi in piazza dei Santissimi Apostoli per partecipare alla manifestazione “La scossa dei terremotati”. La maggior parte indossa una fascia tricolore:
“Ce l’hanno data la fascia, l’abbiamo messa. Ci hanno detto sul campo vice-sindaco, segretario comunale”, scherza uno dei partecipanti.
“Siamo tutti italiani e dovremmo essere tutti uniti, forse”, aggiunge un altro.
Tutti sindaci per un giorno. Ma di sindaci ne salvano uno solo:
“Per fortuna che Amatrice ha trovato un sindaco come Sergio Pirozzi, grande allenatore di calcio che si è dedicato completamente ad Amatrice e ai suoi abitanti”, dice un abitante del paese dell’aretino.
“Io sono di una frazione. Amatrice stanno facendo qualcosa, le frazioni sono isolate, dimenticate e abbandonate”, aggiunge un altro abitante.
Tra i moltissimi comuni presenti ci sono Amatrice, Accumoli, Capodacqua di Arquata del Tronto, Pescara del Tronto, Grisciano, Poggio d’Api, Collespada, Collegentilesco, Illica, Campotosto e tanti altri.
Chiedono prima di tutto lo sblocco dei fondi per la gestione dell’emergenza post-sisma e lamentano il ritardo degli interventi in seguito alle ultime scosse, la mancata previsione di adeguati mezzi per fronteggiare il maltempo e la lungaggine della burocrazia.
“Penso che quando ricostruiranno tutti quei paesi, non ci saremo più…”, afferma un sostenitore di Accumoli. “Lì c’è gente ormai che è rassegnata, non vedrà più i loro paesi ricostruiti. Uno che ha 80 anni sa che può campare 10 anni, ma con 10 anni lì non fanno niente”, conclude.