Roma – Ripensare la scuola di oggi partendo dai ragazzi di oggi, che sono molto cambiati e avrebbero bisogno di metodi e programmi diversi. E’ quanto pensa Guido Chiesa, regista di “Classe Z”, nelle sale dal 30 marzo, che nel suo film descrive proprio un mondo della scuola con studenti esuberanti, svogliati e con poca voglia di studiare.
“E’ pieno di professori che hanno passione ed entusiasmo per il loro lavoro, il problema è che si trovano di fronte, a mio parere, a un mondo dei giovani totalmente cambiato” ha detto Chiesa.
“Il problema non è un’ulteriore riforma, il problema è ripensare cosa veramente è la scuola. E attualmente mi sembra che non funzioni. Il problema è il rapporto che si instaura tra studenti e professori, perché i ragazzi sono molto cambiati in questo ultimo decennio”.
Secondo il regista, “il problema è che spesso di fronte alla difficoltà di farsi ascoltare, davanti a programmi forse vetusti, interrogazioni e metodi poco adatti a ragazzi che hanno un’alfabetizzazione molto precoce e iniziano a leggere, scrivere e guardare immagini prestissimo, e che hanno una capacità di stare attenti limitata, abituati ai social e al mondo che va veloce, questi programmi non funzionano più e i professori quindi sono frustrati e tendono a essere nervosi, ansiosi. Credono di fare il bene sugli studenti tornando a essere autoritari, cosa che ormai non ha più presa sui ragazzi”.