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Frecce nella carne, le denunce sociali dell’artista cubano

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Pubblicato il 13/10/2016
Di Team Digital
Frecce nella carne le denunce sociali dell8217artista cubano

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Roma – La “Galleria Rossmut” di Roma, da sempre promotrice di ricerca e sperimentazione nel panorama dell’arte contemporanea, ospiterà dal 6 dicembre la mostra dell’artista cubano Carlos Martiel, curata da Diego Sileo. La prima personale del giovane artista sarà inaugurata da una delle sue performance, caratterizzate dalla denuncia sociale, spesso provocatorie e crude e che esplorano la natura dell’esistenza, le barriere sociali e le tradizioni culturali.


Come spiega lo stesso artista: “In questa esposizione utilizzeremo differenti ‘pezzi’ realizzati in vari contesti, ognuno corrisponde a un contesto specifico. E come parte dell’esposizione realizzerò una performance nuova che parla delle migrazioni, le migrazioni africane in Europa e la mancanza di accoglienza che c’è stata, perchè molti dei conflitti che stanno avvenendo in Africa sono il risultato della vendita di armi da parte dell’Europa all’Africa. La gente sta fuggendo dal proprio paese a causa della guerra. E allora che responsabilità ha l’europeo? Come fai a non aiutare questa gente quando hai contribuito al conflitto da cui stanno fuggendo?


L’artista, immerso a testa in giù in un vaso di chicchi di caffè importati dalla Jamaica e da Haiti, disteso su un cumulo di ghiaccio finché la temperatura del suo corpo glielo consente e cosparso di diserbante come in ‘plaga’, dove Carlos ha sottoposto il suo corpo a una grande sopportazione fisica del dolore.


“Sono nato a Cuba, ho studiato arte a Cuba, e il mio lavoro è sempre stato caratterizzato da tutti i problemi che abbiamo nel nostro paese, come cittadino cubano. Come il razzismo, l’abuso di potere da parte del governo, o il fenomeno migratorio, ovvero di tutti i cubani che se ne vanno dall’Isola, in esilio. Vivendo fuori da Cuba negli ultimi anni, sento di non avere un contesto fisso; per esempio vivo negli Stati Uniti ma non mi sento americano. Quello che mi interessa è realizzare dei pezzi in posti diversi, ma che abbiano una base, un fondamento, nei problemi di quel luogo. Non mi interessa tanto una linea di denuncia, quanto adattarmi ai problemi del Paese dove sto realizzando una mostra”.


Dal 2007 a oggi Carlos Martiel ha realizzato oltre 40 azioni, nelle quali affronta la privazione della libertà toccando importanti temi sociali e politici.


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