Rimini – “E il momento di interfacciarsi, perchè il grande sforzo che il paese sta facendo, come conferma il rapporto degli Stati Generali della Green economy, vede l’Italia più avanti della percezione che all’estero se ne ha, quindi la reputation ambientale italiana nel mondo ci colloca molto più indietro di quello che in realtà siamo perchè non riusciamo a fare squadra”. Lo afferma ad Ecomondo, in occasione della sottoscrizione del manifesto della Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, il presidente del CIC, il consorzio italiano compostatori, Alessandro Canovai.
“La porta di accesso dal mondo dei rifiuti al mondo dei prodotti, perchè poi la circular economy è questo, offre al compostaggio la possibilità di riciclare tutto al cento per cento – segnala Canovai -. Perchè la massa solida diventa ammendante, il gas diventa una commodity, perchè può essere messo in rete o utilizzato per la trazione, e la nuova frontiera è estrarre da queste frazioni organiche dei prodotti in quantità magari più piccole che possano essere utilizzare in filiere chimiche o farmaceutiche. Quindi possiamo parlare di una miniera, o di una bioraffineria, che è la parola che ci siamo inventati ma che nei convegni sta già circolando”
Un settore importante dal punto di vista economico “perchè per queste 5,7 milioni di tonnellate che non sono solo la Forsu, la Frazione Organica dalla Raccolta Differenziata,ma sono anche gli sfalci e potature, o anche fanghi, i nostri imprenditori hanno impianti di tutte le gamme. Ci sono poi imprese che dal compost fanno oggetti per l’hobbistica, poi c’è il compostaggio a livello industriale di grande supporto all’agricoltura: ecco, è il momento di interfacciarsi”. “Anche noi questo messaggio lo stiamo traducendo – conclude il presidente del CIC – creando sinergie industriali importanti con le nostre interfaccia naturali, il mondo del gas, il mondo dell’agricoltura e il mondo di chi raccoglie i rifiuti”.
