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Dall’uva alla bottiglia: alla scoperta dell’Asti Docg

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Pubblicato il 25/11/2016
Di Team Digital
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Milano – Dal campo alla tavola delle feste conserva intatti i profumi e i sapori di un territorio vocato per natura alla sua produzione. E proprio in vista delle festività natalizie il consorzio dell’Asti docg ha voluto portare a Milano le sue tre essenze: l’uva con i chicchi tondi e zuccherini, il mosto ambrato e le sue bollicine fini per scoprire attraverso un percorso sensoriale questo fiore all’occhiello del Piemonte. Il direttore del consorzio di tutela, Giorgio Bosticco.


“Il Moscato e l’Asti spumante come caratteristica peculiare e distintiva hanno questa carica di profumi aromatici di frutta matura dall’albicocca al miele d’acacia che si esaltano in maniera particolare e poi hanno questo residuo di zuccheri provenienti dall’uva che non hanno subito la fermentazione e nel nostro territorio che è nel sud del Piemonte abbiamo questa condizione ottimale”.


A decretare il successo dell’Asti Docg una sapienza contadina che ancora coltiva e raccoglie a mano l’uva su colline che arrivano ad avere una pendenza del 50% ma che nel tempo ha sposato le più moderne tecnologie, sfruttando soprattutto un fattore:


“Ha la caratteristica unica nel suo genere di non subire una trasformazione con la vinificazione. Grazie a una tecnologia basata soprattutto sul freddo riusciamo a conservare i profumi e gli aromi dell’uva anche nella bottiglia di Moscato d’Asti o di Asti spumante”.


Un bouquet di profumi molto apprezzato anche al di fuori dei confini nazionali:


“Il nostro prodotto sia Asti che Moscato gode di un successo soprattutto nell’esportazione che rappresenta per noi l’85% dei 90 milioni di bottiglie che ogni hanno vengono consumate nei brindisi di Natale e durante tutto l’anno”.


E’ infatti soprattutto negli ultimi mesi dell’anno che i produttori raccolgono i frutti della fatica di un’intera stagione, come ci racconta Giovanni Marzagalli, presidente del consorzio Asti Docg:


“Tradizionalmente l’Asti durante le festività natalizie accompagna il consumo dei dolci ed ha in questo periodo una concentrazione di vendite al limite del 65-70% nell’ultimo trimestre dell’anno, concentrazione che noi cercheremo di destagionalizzare facendo in modo che si trovino consumi alternativi in altri momenti dell’anno”.


E proprio pensando a consumi alternativi, durante la serata milanese dell’Asti Docg il food teller Federico Francesco Ferrero ha suggerito abbinamenti anche con alcune portate salate del menù:


“Innanzitutto iniziare con la dolcezza in bocca con il salmone o il pesce crudo abbinato all’Ati e poi chiudere in un percorso tra dolce e salato con una quenelle di gelato alla crema con qualche fiocco di sale e una lamella di tartufo. La maniera migliore per prepararsi al brindisi.


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