Roma, 9 mar. – Da alcune foto, da alcune immagini, alle volte nascono dei sogni. E questi sogni in alcuni casi possono trasformarsi in realtà. E’ un po’ questo il filo conduttore del libro “Il fuoco dell’anima”, che racconta la storia di un ragazzo di borgata nella Roma degli inizi anni Settanta che è riuscito a realizzare il suo sogno.
Andrea Di Bari, che ha scritto assieme a Luisa Mandrino questa autobiografia per i tipi della Corbaccio, è oggi negli studi di askanews per raccontarci la sua storia, una storia di riscatto.
Ma ecco un brevissimo estratto: “Quelle immagini furono di una potenza dirompente: la visione delle Alpi, le creste, la neve i ghiacciai e Bruno che descriveva tutto, la salita, la roccia, il freddo e la fatica. Quelle vette erano la cosa più bella che avessi mai visto e che sentivo riverberarsi dentro di me. Il mio shangri-la , il mio paradiso futuro. A soli 14 anni percepii chiaramente che su una di quelle cime sarei stato per la prima volta davvero me stesso. Vaffanculo la bisca, il pallone e tutto il resto, l’anno seguente sarei partito a scalare le montagne.”
“Da questa scintilla – ci racconta Andrea di Bari – è nata una passione che mi ha portato lontano (…) ho fatto tutti i passaggi, dall’escursionismo, al corso del Cai per imparare ad usare la corda e fare i nodi, poi le ascensioni in montagna (….) infine l’arrampicata sportiva, le prime gare e la vita da professionista”.
Ma l’obiettivo del libro, ci tiene a sottolineare l’autore, non è tanto parlare di sé, quanto piuttosto quello di lanciare un messaggio agli adolescenti “che non sanno più sognare” affinché invece si lascino andare e credano nelle loro passioni, ritrovino “il loro fuoco dell’anima”.