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Cover Revolution, come le copertine hanno cambiato l’editoria

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Pubblicato il 10/11/2016
Di Team Digital
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Milano – Le copertine dei libri come elemento che cambia il panorama editoriale. Di questo tratta il progetto “Cover Revolution!”, curato da Melania Gazzotti, che ha firmato il libro per Corraini e ha dato vita a una mostra che sta girando per il mondo, passando anche per il Laboratorio Formentini di Milano.


“Cover Revolution – ci ha spiegato Melania Gazzotti – ha aperto a New York, perché è un progetto dell’Istituto Italiano di Cultura, ora è a Milano e poi andrà a Dublino. L’idea è quella di valorizzare gli illustratori italiani, che hanno cambiato il volto dell’editoria italiana degli ultimi anni”.


Un volto che ora prende forma attraverso i lavori di Franco Matticchio, Olimpia Zagnoli, Lorenzo Mattotti, Guido Scarabottolo, Gianluigi Toccafondo ed Emiliano Ponzi, che era presente all’inaugurazione milanese e che così spiega l’approccio dell’illustratore alla copertina di un libro.


“Il nostro è un atto di seduzione – ci ha detto – quindi non è importante conoscere esattamente tutti gli snodi della trama del libro, però quello di riuscire a rilasciare quella che è un’idea vera, concreta di quello che è il contenuto, senza svelare troppo”.


“L’idea – ha aggiunto la curatrice – è quella di dare una overview di tutti gli stili che ci sono, ma anche le diverse generazioni e l’altra particolarità è quella che ci sono autori che utilizzano le tecniche tradizionali e autori che utilizzano unicamente il digitale”.


Il “decano” degli illustratori esposti è Guido Scarabottolo, figura quasi leggendaria nell’ambiente, che ha sottolineato come le copertine non siano una sorta di “proprietà”. “Io non faccio il pittore – ci ha spiegato – faccio le copertine dei libri e la copertina di un libro non è mia, è del libro, del suo autore e dell’editore”.


Accanto alle tavole la mostra propone anche i libri per i quali sono state concepite e se Ponzi ha ricordato l’apprezzamento ricevuto da un gigante spigoloso come José Saramago, Scarabottolo – che vanta tra i suoi fan anche il Nobel irlandese Séamus Heaney – ha parlato anche della difficoltà di alcuni aspetti del lavoro. “Per me è difficile lavorare per quelli che mi piacciono di più – ci ha detto – perché mi dà problemi di imbarazzo”.


La mostra nello spazio milanese nel cuore di Brera, resta aperta fino al 25 novembre.


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