Seoul – Speranza di pace lungo il 38° parallelo. È Moon Jae-in, del Partito Democratico e fautore della distensione con Pyongyang, il vincitore delle elezioni presidenziali in Corea del Sud.
L’ex avvocato per i diritti umani, ha ottenuto una netta vittoria nella consultazione anticipata e si è impegnato a rappresentare tutto il popolo del suo Paese. E’ figlio di rifugiati nord-coreani fuggiti durante la guerra di Corea all’inizio degli anni ’50 e la sua elezione rappresenta una svolta sulla scena politica di Seul, governata negli ultimi nove anni dallo schieramento conservatore.
“Sarò il presidente di tutti i sudcoreani”, ha detto alla folla che lo acclamava a Piazza Gwanghwamun a Seoul – dove una vasta folla si è radunata per diversi mesi per chiedere la destituzione del suo predecessore Park Geun-Hye, invischiata in un vasto scandalo corruzione e attualmente detenuta in attesa di processo.
Moon ha promesso di voltare pagina per essere un “presidente di coesione” che si prenderà cura anche di chi non lo ha sostenuto.