Caracas – Caos in Venezuela dopo che la Corte Suprema, vicina al potere, ha avocato a sé i poteri legislativi, stabilendo che il Parlamento – in cui l’opposizione ha la maggioranza – sta agendo in oltraggio alla Corte nell’attuale lotta di potere con il presidente Nicolas Maduro. In queste immagini le proteste davanti alla sede della Corte dei rappresentanti dell’opposizione che accusano Maduro di aver dato vita, così, a una vera e propria dittatura.
“È a tutti gli effetti un colpo di Stato”, ha tuonato il presidente del Parlamento, Julio Borges.
“Di fronte a questo sopruso – ha aggiunto- dichiariamo che l’Assemblea nazionale non può che disconoscere l’autorità della Corte suprema”.
La crisi politica rappresenta un nuovo sviluppo del giro di vite che Maduro vuole imporre dopo la vittoria elettorale dell’opposizione antichavista alle elezioni legislative di fine 2015, per la prima volta in 17 anni.
A inizio 2016, la Corte suprema aveva già dichiarato nulli tutti i voti dell’Assemblea nazionale, in seguito all’investitura di tre deputati antichavisti, indagati al momento dell’elezione. E ha messo in discussione in sede permanente il potere dell’assemblea.
Ora, con l’ultimo colpo di scena, il regime presidenziale venezuelano ha voluto concentrare nelle sue mani tutti i poteri.
Questo, però, ha suscitato un’alzata di scudi internazonale che parte dall’Unione europea, passando all’Organizzazione degli Stati americani (Osa); Stati uniti, Brasile, Colombia, Cile, Messico: tutti hanno condannato la “rottura dell’ordine
costituzionale” in Venezuela. Il Perù ha richiamato il suo ambasciatore a Caracas. Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha denunciato un “grave rovescio” per la democrazia in Venezuela.
Maduro, dal canto suo, ha accusato l’Osa d’incoraggiare un “intervento internazionale” e ha avvertito: “Noi ci prepariamo a difendere il Paese”, aggiungendo: “Che vengano, che vedano un popolo difendere la sua patria. Se tentano qualcosa, ci troveranno nella strada. Se credono che ci arrenderemo, si sbagliano”.