Venezia – Un invito a riscoprire la complessità del nostro mondo e delle nostre stesse vite. Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha voluto presentare così, nella conferenza stampa ufficiale davanti a giornalisti di tutto il mondo, la 57esima edizione della Biennale d’arte di Venezia, di cui è in corso la quattro giorni di preview.
“Questa tentazione di iper semplificare la vita degli esseri umani – ha detto Baratta riferendosi alle molte letture semplicistiche proposte da più parti – trova un suo contraltare nella Biennale che vuole ripristinare il concetto di base che la nostra vita è complessa”. “Qualunque cosa facciamo – ha aggiunto Baratta – noi guardiamo al pubblico come la nostra principale controparte e lavoriamo per aumentare e diffondere la conoscenza”.
Sul palco, insieme al presidente della Biennale, anche la curatrice di “Viva Arte Viva”, Christine Macel, che ha parlato del proprio ruolo e del ruolo degli artisti. “Come curatore – ha spiegato – mi posiziono tra gli artisti e il pubblico e devo rivolgermi a qualunque tipo di pubblico che può avvicinarsi al lavoro di un artista e deve farlo nel miglior contesto possibile. Per me è anche molto importante mettere al centro la voce degli artisti, perché credo che l’artista abbia una responsabilità e debba dirci qualcosa, specialmente in un periodo minacciato da migrazioni, populismo, voci contro quella libertà che invece è contenuta nell’arte”. “Io volevo – ha aggiunto Macel – che questa mostra fosse un’esperienza sia di pensiero sia di percezione, con una sorta di passaggio, di viaggio verso universi diversi”.
Dagli universi possibili, e in mostra se ne incontrano parecchi, al contesto in cui la Biennale vive e cresce. “Il mondo dell’arte – ha concluso Paolo Baratta – è un mondo di coraggio, di capacità di resistere, capacità di non cedere alle banalità o ai vizi della nostra vita quotidiana. E’ un grande aiuto per la nostra autoconsapevolezza dell’incredibile complessità degli esseri umani e della condizione umana”.