Roma – Torna al teatro Eliseo di Roma il Gioco delle Parti con Umberto Orsini: e l’amara storia di Leone Gala scritta da Luigi Pirandello è narrata come appartenesse al passato da un protagonista sospeso fra follia, malattia e riflessione. Umberto Orsini straordinario in scena racconta questa sua ripresa del capolavoro pirandelliano: chi è Leone Gala? “è un intellettuale che è tradito dalla moglie con un amico e si diverte e rivolgere contro di lui quello che gli altri hanno cercato di perpetrare a sfavore suo. E’ un uomo crudele, non è un uomo tenero”.
Un uomo che in questa ripresa che attualizza il testo ripensa il passato, e la fine sanguinosa della sua vicenda.
“Lui dice “in questo luogo che non so definire”, una battuta che ho aggiunto: un luogo che mi sembra più uno spazio mentale che un luogo vero. E’ uno spazio inventato; è per questo che per la prima volta nell’adattamento ho messo anche il nome dello scenografo Balò”, spiega Orsini.
Pirandello, comunque, sempre e ancora pilastro del teatro: “La ragione per cui noi facciamo volentieri Pirandello è che è un autore italiano, grazie a Dio, non un autore tradotto come spesso noi siamo costretti a fare. Sarebbe avventato, potrebbe farlo solo un regista di rottura, di dire in un Cechov “ahò ma che stai addì”. Quindi è bello anche fare personaggi italiani. Ed è per questo che Pirandello è una bella base, per rispettarlo e anche per tradirlo, nel senso non di andargli contro ma di aggiungergli qualcosa che magari altri non hanno messo. Interpretare vuol dire sempre tradire; io tradisco il modo in cui qualcuno l’ha fatto prima di me, e qualcun altro tradirà il modo in cui l’ho fatto io…”